Siria, scoperta fossa comune con centinaia di corpi. In cammino il governo di transizione
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Mentre al Jolani, leader del gruppo islamico che ha guidato la coalizione di opposizione a rovesciare il regime di Bashar al Assad, invita la popolazione siriana a scendere in strada in massa per celebrare la "vittoria della rivoluzione", sul tavolo politico della Siria ci sono temi caldi da affrontare: il futuro del Paese dopo la fine dell’era Assad, ma anche la costruzione di una leadrship che sappia impegnarsi nel contesto arabo, regionale e internazionale. E poi il dialogo interno tra tutti i partiti di opposizione per un processo di rinascita a tutto tondo della Siria. Questi i capitoli al centro degli incontri di ieri, mercoledì 12 dicembre, del premier ad interim siriano Mohamed al Bashir con i capi delle intelligence rispettivamente di Turchia e Qatar, Hakan Fidan, Ibrahim Kalin e Khalfan al Kaabi. Intanto, la stessa Turchia ha annunciato di aver nominato un Incaricato d'affari che si occuperà delle relazioni diplomatiche con la Siria, Burhan Koroglu, ex ambasciatore turco in Mauritania. Una nomina che appare come un ulteriore passo con cui la Turchia ribadisce la propria centralità nella Siria del dopo Assad.
Sul campo i caccia israeliani continuano a lanciare attacchi contro siti militari del regime di Bashar al Assad, secondo quanto riportato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani. Raid che, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha chiesto a Israele di interrompere, sottolineando “l'urgente necessità di una de-escalation della violenza su tutti i fronti in tutto il Paese”.
Le vittime delle torture
Ieri, 12 dicembre, intanto, è stato protagonista l’orrore con la scoperta di una fossa comune, alle porte di Damasco, con centinaia di cadaveri che si ritiene appartengano a ex detenuti in particolare quelli della prigione di Saydnaya, tristemente nota nel paese per la tortura sistematica dei prigionieri. Pratica per la quale un cittadino siriano di 72 anni, Alsheikh, ex capo in passato di un carcere di Damasco è stato incriminato negli Stati Uniti dove si trova dal 2020, come annunciato dal Dipartimento di Giustizia americano. Sullo sfondo resta seria la situazione umanitaria sulla scia degli scontri che hanno portato alla vittoria dei ribelli. L'Onu segnala che più di un milione di persone, per lo più donne e bambini, sono state recentemente sfollate nel paese, dall'escalation. delle ostilità.
Le promesse agli Stati Uniti
Nel frattempo proprio all’amministrazione statunitense la nuova leadership siriana ha assicurato di essere alla ricerca del giornalista americano sparito nel 2012, Austin Tice e di aver ottenuto il rilascio e la messa in sicurezza di un altro americano Travis Timmerman. Già nel 2022, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, aveva accusato la Siria di aver trattenuto Tice, fotoreporter freelance e chiesto al governo di Bashar al-Assad di rilasciarlo. Ora il cambio di passo della nuova leadership siriana che ha dichiarato: "Confermiamo la nostra disponibilità - ha aggiunto il dipartimento degli affari politici del governo di transizione in una dichiarazione su Telegram- a collaborare direttamente con l'amministrazione statunitense per cercare i cittadini americani scomparsi con l'ex regime di Assad". Negli ultimi giorni, residenti siriani e uomini armati hanno fatto irruzione nelle prigioni governative, liberando i detenuti, alcuni dei quali trattenuti da decenni.
Ma a preoccupare gli Stati Uniti c'è anche il capitolo della lotta al terrorismo islamico. Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha infatti affermato, durante una conferenza stampa ad Ankara che, dopo la caduta di Bashar Al Assad, sarà "imperativo" continuare l'impegno per combattere contro il sedicente Stato Islamico.
I vertici internazionali sulla Siria
E oggi sarà la giornata della riunione virtuale del G7 che si concentrerà proprio sulla situazione siriana per tentare di delineare un approccio comune al nuovo governo nel paese mediorientale. Il G7 ha precisato di essere pronto a sostenere la transizione verso un governo "inclusivo e non settario" e, sottolineando la priorità della protezione dei diritti umani nel paese, compresi quelli delle donne e delle minoranze, il G7 ha chiarito anche "l'importanza di ritenere il regime di Assad responsabile dei suoi crimini" e ha affermato che avrebbe "collaborato e supportato pienamente" un governo siriano che rispettasse tali principi. Siria protagonista domani anche in Giordania in occasione di un vertice con i ministri degli Esteri di numerose nazioni occidentali e arabe, nonchè della Turchia. Dal canto loro, Cina ed Egitto concordano sulla necessità, secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi, al termine di colloqui a Pechino con la controparte egiziana Badr Abdelatty, di promuovere la pace e la stabilità in Medio Oriente e chiedono il rispetto della sovranita' della Siria.
Ultimo aggiornamento alle ore 11.35 del 13 dicembre 2024
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