Vacilla la fragile tregua in Libano, il parroco di Tiro: basta vivere da sfollati
L’Osservatore Romano
Sembra vacillare la fragile tregua in Libano. Gli Usa stanno alzando in queste ore la pressione su Israele affinché si astenga da «risposte non proporzionate» e sullo stesso governo di Beirut per evitare che Hezbollah intensifichi gli attacchi mettendo a repentaglio il cessate il fuoco. Sul terreno la notte scorsa almeno nove persone sono rimaste uccise in raid delle Forze di difesa israeliane (Idf) sul governatorato di Nabatieh. Il ministero della Sanità libanese dice che cinque persone sono morte a Haris, nel distretto di Bint Jbeil, e altre quattro in un bombardamento nel distretto di Marjeyoun. All’alba di oggi colpi di mitragliatrice sono stati avvertiti a Kfar Kila. Mentre due razzi sono stati lanciati dai miliziani verso il confine in direzione del monte Dov.
Il francescano padre Toufic, parroco di Tiro, che si trova in questi giorni a Gerusalemme, ai media vaticani ha dichiarato che «la situazione è ancora calda a Beirut; mentre i cristiani del sud hanno voglia di tornare alle loro case e non continuare a vivere da sfollati. In molti cominciano in effetti a rientrare alle loro abitazioni, anche a Tiro, dove pure io spero di arrivare già domenica per la celebrazione della messa. Abbiamo voglia di ricostruire e vivere nella nostra patria».
Quanto a Gaza, scrivono fonti mediatiche, una delegazione israeliana sarebbe attesa al Cairo per i colloqui finalizzati al rilascio degli ostaggi ancora nella Striscia. Intanto nella capitale egiziana c’è stato un incontro tra membri di Fatah e Hamas per «arrivare a un’intesa» sulla gestione post-conflitto a Gaza. Secondo indiscrezioni della stampa, Hamas tenderebbe ora ad accettare il ritorno dell’Autorità palestinese al governo della Striscia, da cui era stata cacciata proprio da Hamas nel 2007.
L’Idf ha fatto sapere che nel corso di raid nel centro della Striscia sono stati uccisi anche numerosi terroristi di Hamas, di cui almeno sette che avevano partecipato al 7 ottobre. Diverse incursioni sono state effettuate nell’area del corridoio Netzarim.
Nell’enclave la «situazione è spaventosa e apocalittica», è l’allarme del segretario generale Onu, António Guterres.
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