Save the Children: "I leader ascoltino il Papa: istruzione per tutti i bambini del mondo"
Federico Piana - Città del Vaticano
«Sono parole che dovrebbero smuovere le coscienze di tutti, compresi coloro i quali hanno il potere di cambiare questa situazione. Anche perché l’educazione salva la vita: offre degli ottimi strumenti per prevenire gli abusi, lo sfruttamento, il reclutamento dei gruppi armati». Egizia Petroccione, responsabile advocacy internazionale di Save the Children Italia, sposa in pieno le parole del Papa che, con le intenzioni di preghiera di gennaio, denuncia «l’emergenza educativa causata da guerre, migrazioni e povertà».
Migranti e rifugiati: i più colpiti
Anzi, la Petriccone chiede che le parole di Francesco spingano i leader del mondo ad adoperarsi affinché questa situazione venga al più presto superata, sopratutto per i minori migranti e rifugiati per i quali lo stesso Pontefice chiede un'attenzione particolare: «Sono loro a soffrire doppiamente. Primo, perché spesso nei propri Paesi d’origine non avendo accesso all’istruzione sono costretti a migrare. E poi perché quando giungono nei campi profughi questa negazione continua. In Africa, poi, entro il 2050, si supereranno i due miliardi di abitanti con un’età media di 25 anni. E mancheranno oltre 17 milioni di insegnanti: un bisogno infinito d’istruzione».
Eserciti sconfinati
I bambini che nel mondo non hanno accesso all’istruzione, rimanendo poveri e dimenticati ai margini delle società che spesso li ignorano, sono eserciti immensi, sconfinati. Che ogni anno crescono sempre di più, senza sosta. Nel 2024 che si è appena concluso, sono stati 103 milioni quelli in età scolare che non hanno toccato libro o varcato le soglie di un’aula: si trovano nei 34 Paesi considerati più a rischio a causa di conflitti o situazioni di estrema fragilità economica o ambientale.
Dati preoccupanti
Nei dati del report diffuso a fine anno proprio da Save the Children si legge chiaramente il nesso che lega l’assenza di istruzione alle condizioni di guerra, insicurezza e fragilità nelle quali versano le nazioni. Ad esempio, nel Sudan insanguinato dal conflitto scoppiato nel 2023, i bambini privati della scuola sono oltre 17 milioni.
Nigeria, in testa alla classifica
Se si rimane nello stesso continente e ci si sposta in Nigeria la situazione non va meglio, anzi peggiora: i bambini che nella nazione, povera e in conflitto perenne, non vedono da tempo un insegnante salgano a 18 milioni. Il numero più alto di tutto il mondo.
Gaza, 95% delle scuole distrutte
Non sorprende, ma è tragico, anche il dato che riguarda Gaza dove la carneficina che sembra non avere fine sta impedendo a tutti i bambini che sono rimasti in vita di poter avere una pur minima istruzione. Anche perché le bombe hanno tirato giù il 95% degli edifici scolastici.
La colpa dei cambiamenti climatici
«Gli attacchi all’istruzione e l’uso militare degli istituti scolastici — denuncia l’organizzazione umanitaria — sono aumentati di quasi il 20% nel 2022 e nel 2023 rispetto ai due anni precedenti, mentre 62 milioni circa di bambine, bambini e adolescenti in 27 Paesi hanno subito l’interruzione della scuola a causa degli shock climatici».
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