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Il presidente Macron e Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, sui luoghi dell'attacco Il presidente Macron e Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, sui luoghi dell'attacco  (ANSA)

Charlie Hebdo e Hyper Cacher, gli attacchi che cambiarono l’Europa

Prima della cerimonia a 10 anni degli attentati a Parigi, il 7 e il 9 gennaio 2015, al giornale satirico e al supermercato kasher, il presidente francese Macron conferma il progetto di un grande museo-memoriale per le vittime del terrorismo. Di Liddo (Ce.Si.): in Europa la minaccia di attentati resta altissima, bisogna lavorare anche sull’integrazione dei soggetti a rischio radicalizzazione

Marco Guerra – Città del Vaticano

Commemorazione oggi a Parigi degli attacchi jihadisti, dieci anni fa, alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, il 7 gennaio, per mano dei fratelli Kouachi, in cui morirono 12 persone, e al supermercato kasher Hyper Cacher, il 9, in cui un solo attentatore, Amedy Coulibaly, uccise 4 persone. Alle 11.30 fuori dai locali della rivista si è creato un corteo che poi si è successivamente spostato nel boulevard Richard Lenoir, luogo dell’omicidio di un poliziotto, per terminare alle 13.10 all’Hyper Cacher in porte de Vincennes.

Il progetto del memoriale

In occasione della ricorrenza, il presidente francese, Emmanuel Macron - che ieri aveva dichiarato che "non bisogna dare tregua alla lotta al terrorismo" - ha assicurato a coloro che da quattro anni portano avanti il progetto di un museo-memoriale in ricordo delle vittime del terrorismo sul Mont-Valérien a Suresnes, nei pressi di Parigi, che desidera mantenere il suo "investimento" e sostenere il progetto "come era stato inizialmente concepito". E nel giorno delle commemorazioni ha parlato anche l'ex premier francese ed attuale ministro responsabile dei territori d'Oltremare, Manuel Valls, il quale ha sottolineato che la Francia resta “in guerra'' contro il terrorismo. 

Di Liddo: una nuova fase del terrorismo

L’attentato ha rappresentato l’apertura di una nuova fase del terrorismo internazionale di matrice jihadista e fu il primo di una lunga serie, rivendicata da persone radicalizzate in Europa e ispirate allo Stato islamico. Secondo l’analista del Ce.Si. ed esperto di terrorismo, Marco Di Liddo, l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo si distingue ancora dalle altre azioni dei fondamentalisti, poiché prese di mira uno dei simboli della cultura occidentale, ovvero un giornale satirico, un tipo di informazione che caratterizza il dibattito nelle democrazie. “Questo ha aperto anche un dibattito sulla libertà di critica e di pensiero – prosegue Di Liddo – e sulla linea sottile che la divide dagli eccessi che portano a denigrare la cultura altrui”.

Ascolta l'intervista a Marco Di Liddo

La sfida dell’integrazione

L’analista del Ce.Si ritiene che l’Europa resti ancora implicata nella stagione terroristica che si aprì il 7 gennaio del 2015, "perché la minaccia non è mai calata come confermano i recenti attacchi". Di Liddo considera però migliorata la capacità delle intelligence europee di prevenire e di contrastare gli attacchi nonostante i gruppi jihadisti abbiano affinato le loro tecniche di propaganda ed arruolamento.  Di Liddo ricorda poi che le società europee sono chiamate alla sfida dell’integrazione e della convivenza per prevenire i fenomeni di radicalizzazione che trovano terreno fertile tra alcune sacche di immigrati di seconda generazione e tra persone socialmente escluse. “La maggior parte dei foreign fighters e dei terroristi che hanno compiuto attacchi – evidenzia l’analista del Ce.Si -  vivevano situazioni di alienazione economica spesso accompagnata a drammi personali e fragilità psicologiche. Per scalare questa montagna, è la conclusione, "bisogna ricucire le fratture e restituire fiducia e sicurezza ai cittadini”.

 

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07 gennaio 2025, 13:22