Biden annuncia progressi nei negoziati per una tregua a Gaza
Guglielmo Gallone - Città del Vaticano
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che ci sono stati «reali progressi» nei colloqui per raggiungere un cessate-il-fuoco e un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas a Gaza. Biden ha però aggiunto che «Hamas sta ostacolando lo scambio in questo momento».
Il nodo degli ostaggi
Che la situazione sul terreno resti complessa lo dimostrano innanzitutto le dichiarazioni del ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, che ha dichiarato di aver ordinato alle Forze di difesa israeliane (Idf) un «piano per la completa sconfitta di Hamas a Gaza» se non verrà raggiunto un accordo sugli ostaggi prima dell’insediamento del nuovo presidente statunitense, Donald Trump. Nelle ultime ore le autorità israeliane hanno accertato l’identità del secondo ostaggio, ritrovato morto due giorni fa a sud della Striscia di Gaza, confermando che si tratta di Hamza Alziadna, 22 anni, figlio di Yosef, anch’egli ritrovato morto. Dall’altro lato, una ricerca pubblicata sulla rivista medica britannica «The Lancet» rivela che il numero di morti a Gaza durante i primi nove mesi di conflitto sia stato sottostimato di circa il 40 per cento. Le autorità sanitarie di Gaza, controllate da Hamas, avevano riportato un bilancio di 37.877 vittime ma, secondo il nuovo studio, che ha incrociato tre diverse fonti, i morti sarebbero stati tra 55.298 e 78.525.
Ultime dalla Cisgiordania
Al di fuori della Striscia, la situazione resta particolarmente tesa a Hebron, dove Medici senza frontiere ha avvertito che l’accesso all’assistenza sanitaria è seriamente compromesso e la salute mentale e fisica della popolazione è a rischio. Nella notte sono poi state segnalate numerose incursioni militari israeliane tra Nablus, al-Khader e Nilin, a ovest di Ramallah. Mercoledì funzionari palestinesi hanno riferito che, tra le persone uccise in un attacco israeliano compiuto con droni a Tamun, nord dei Territori della Palestina in Cisgiordania, c’erano due bambini.
Le tensioni nel Mar Rosso e il ruolo degli Usa
Rimane critica anche la situazione a livello regionale. Gli Houthi yemeniti ha comunicato al mediatore speciale delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, che non interromperanno gli attacchi contro le navi in transito nel Mar Rosso finché Israele non metterà fine alla guerra in corso. Le stesse forze di difesa israeliane hanno reso noto di avere intercettato due droni lanciati dallo Yemen prima che entrassero nello spazio aereo di Israele. Pochi giorni fa gli Stati Uniti avevano effettuato attacchi contro due depositi sotterranei di armi in località controllate dagli Houthi. A ulteriore testimonianza della vicinanza americana a Israele, la Camera dei rappresentanti ha votato per sanzionare la Corte penale internazionale (Cpi) per i mandati d’arresto nei confronti del primo ministro, Benjamin Netanyahu, e dell’ex ministro della difesa, Yoav Gallant. Nelle stesse ore, la Polonia, stretto alleato di Washington in Europa, ha detto che non arresterà il premier israeliano se dovesse partecipare alle celebrazioni per l’80° anniversario della liberazione di Auschwitz.
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