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Guglielmo Spotorno, maestro dell'arte della vita

A Milano, da giovedì, 30 gennaio, la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano ospitano la mostra dedicata all’artista di origini liguri, pittore inquieto, ricercatore dell’anima. Il card. De Mendonça: "L’opposizione tra dramma e pace è centrale nella sua opera. Spotorno sembra suggerire che la pace non si trova nella fuga dal dolore, ma nel suo attraversamento. La ferita può diventare una finestra"

Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano

Ci vogliono parole intense ed evocative per descrivere l’arte di Guglielmo Spotorno. Evocative e metaforiche. Un artista contemporaneo, ma soprattutto un uomo multiforme: nato a Milano nel 1938, coniuga alla pittura molte altre attività e passioni, è infatti poeta, filosofo, giornalista, imprenditore e sportivo, ma "la vita che sente più sua è quella del pescatore", scrive Giovanni Gazzaneo, direttore di “Luoghi dell’Infinito”- il supplemento di Avvenire - e curatore della mostra dedicata all'artista, insieme alla critica d’arte Flavia Motolese.

Guglielmo Spotorno nel suo studio
Guglielmo Spotorno nel suo studio

Bambino precoce, inizia a disegnare già a 12 anni e per questo viene notato da Federico Fellini.  Due lauree all'Università Cattolica e come giornalista due rubriche sul “Guerin Sportivo” di Gianni Brera e sulla “Notte” di Nutrizio. Grande amico di Ambrogio Fogar, con il quale condivideva la passione per il nuoto e l'atletica e gareggiava vincendo ora nell'uno, ora nell'altro sport. Insomma, tante vite che confluiscono nella sua pittura con una creatività versatile, curiosa, piena di colori, di forme e di luce. 

Locandina dell'inaugurazione della mostra
Locandina dell'inaugurazione della mostra

La mostra "Guglielmo Spotorno. L’arte della vita" - inaugurata mercoledì 29 gennaio - sarà visitabile nel Museo della Permanente di Milano fino al 9 febbraio. È un itinerario che esplora le tappe della sua carriera artistica attraverso quaranta opere, evidenziando i diversi cicli del suo percorso creativo. Ad arricchire la personale dell’artista concorre una monografia pubblicata da Edizioni Crocevia, con saggi firmati, oltre che dai curatori, dal prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione della Santa Sede, cardinale José Tolentino de Mendonça, e da studiosi come Luciano Caprile, Claudio Cerritelli, Lorella Giudici, Flaminio Gualdoni, Elena Pontiggia ed Ermanno Tedeschi.

Celle Ligure 2014, tempera su carta, cm 50x60
Celle Ligure 2014, tempera su carta, cm 50x60

La sfida come indagine dentro sé stesso

Nelle opere di Spotorno protagonista è spesso il mare, che respirò da bambino a Ceglie Ligure e che in modo evidente impresse in lui quella “sete di orizzonti”, come riassume ancora Gazzaneo, che spiega: “In Guglielmo vince la vita, la sete di orizzonti, la sete di conoscenza, la voglia di creare, il desiderio di mettersi alla prova, di superare il limite. Non la sfida per il gusto della sfida, ma la sfida per il gusto di andare oltre, di vedere cosa c’è di più profondo, di più vero, di più interessante, di più amabile. Non si può comprendere la sua arte se non si conosce l’uomo, la sua storia. In tanti artisti vita e opere non sono tutt’uno. In Guglielmo, Gugi per famiglia e amici, vita e opere sono inscindibili”.

Trasparenze marine 1 e 2, 2014, tempera su tela, cm 100x70
Trasparenze marine 1 e 2, 2014, tempera su tela, cm 100x70

Un dipinto donato alla Santa Sede

Spotorno ha voluto donare al Dicastero per la cultura e l’educazione della Santa Sede una delle sue opere più intense, Chiesa rossa. Proprio il prefetto del Dicastero, il cardinale José Tolentino de Mendonça, firma il saggio di apertura della monografia dedicata alla mostra, evidenziando la tensione dell’artista, che “non è soltanto formale o estetica: essa riflette il vissuto e la riflessione interiore dell’artista, configurandosi come una dialettica tra il caos dell’esperienza umana e l’anelito verso una pace che trascende il contingente”. A proposito di Chiesa rossa, nel paesaggio ampio e nervoso si indovina la facciata di una chiesa scura su cui dardeggia una punta di rosso, una luce di fuoco che trapela dalla finestra e che, per quanto decentrata rispetto alla composizione, diventa il punto di fuga prospettico. Su quest’opera, De Mendonça scrive ancora che “Spotorno sembra interrogarsi sul senso della sacralità: l’edificio religioso diventa uno spazio simbolico, un luogo dove il conflitto interiore può forse trovare una tregua dialettica […] non un rifugio nella fede, ma uno spazio mentale dove l’artista (e lo spettatore) può confrontarsi con la speranza di un luogo - reale, non utopico - dove il disordine interiore può essere pacificato”.

Crocefisso cittadino. Progetto di fede 2016, tempera su tela, cm 100x80
Crocefisso cittadino. Progetto di fede 2016, tempera su tela, cm 100x80

Crocifissi cittadini

Il cardinale de Mendonça, legandosi alla Chiesa rossa, si sofferma sulle raffigurazioni cristologiche di Spotorno, note come il ciclo dei Crocefissi cittadini che, scrive il prefetto, "non accettano il giudizio a cui sono sottoposte, non alzano gli occhi al cielo, si schiodano dalla croce: sono ribelli, rabbiose". E conclude: "L’opposizione tra dramma e pace è centrale nella sua opera. Spotorno sembra suggerire che la pace non si trova nella fuga dal dolore, ma nel suo attraversamento. La ferita può diventare una finestra. Ecco allora che le sue opere assumono una valenza terapeutica, un invito a guardare in faccia le proprie fragilità per scoprire, in esse, una strada verso l’equilibrio e il senso della nostra sosta sulla terra".

Agenda della domenica 2018, tempera su tela, cm 100x80
Agenda della domenica 2018, tempera su tela, cm 100x80

Cicli pittorici

Il mare azzurro e denso della sua riviera ligure o le sue trasparenze, talvolta solcato da vele che sembrano sottili spicchi di vento o ancora un mare corrusco e caotico di tempesta, sono soggetti che non si dimenticano nella produzione dell’artista. Dalla fluidità della natura Spotorno passa poi a dipingere la verticalità seriale dei palazzi delle metropoli, la serie delle “Città umanizzate”. “In queste opere provocatorie”, scrive la curatrice Flavia Motolese, “l’artista mostra le drammatiche contraddizioni della società contemporanea, lasciando che siano gli edifici dei paesaggi urbani a parlare al posto degli abitanti. I dipinti immaginano le città dall’alto: luoghi in cui dolore e quotidianità sembrano intrecciarsi nella solitudine della vita metropolitana, trasformandosi in gabbie che deprivano le persone di umanità, autonomia e libero arbitrio. Lo sguardo dell’artista, tagliente come i suoi pensieri, svela come ormai nelle nostre città ci sia poco di umano", conclude. 

Stanza terminale 2011, tecnica mista su carta, cm 76x61
Stanza terminale 2011, tecnica mista su carta, cm 76x61

Una necessità biologica di vita

Dalle sfere in rapporto al più piccolo del mondo animale, l’insetto, fino alle sfere fluttuanti nel cosmo, sfere traslucide che diventano occhio: è un altro importante ciclo di opere di Spotorno, una vera e propria esplorazione dello spazio.

Occhio nello spazio 1980, tecnica mista su carta, cm 80x70
Occhio nello spazio 1980, tecnica mista su carta, cm 80x70

Tra queste, l’opera che l'artista ritiene la sua più importante, Armonia e silenzio, l’opera “guida” della mostra alla Permanente, commentata nella monografia da Stefano Zuffi, critico e storico dell’arte: “È una lettura intima della realtà affidata ad accenni, a tratti lievi, ad accordi di colori e di segni. Una tessitura in cui evocazione onirica, allusione, fantasia, impressione, realtà si fondono insieme. Le forme spuntano, sbocciano, fermentano, si incontrano, sembrano volersi incastrare ma poi si dividono di nuovo, come per una necessità biologica di vita, di riproduzione, di movimento”.

Dalla sfera all’insetto 4 1980, tecnica mista su carta, cm 68x48
Dalla sfera all’insetto 4 1980, tecnica mista su carta, cm 68x48

 

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28 gennaio 2025, 10:22
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