Tibet, il cordoglio internazionale per le vittime del sisma
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Sono almeno 95 i morti provocati dal terremoto di magnitudo 6,8 che ha devastato il Tibet con enormi danni alle infrastrutture e alle abitazioni. L’epicentro, individuato dall’agenzia nazionale cinese che monitora l’attività sismica, è stato individuato nel cantone di Dingri, non distante dalla frontiera con il Nepal. Il terremoto rilevato anche dall’istituto di studi geologici statunitense ha stimato la magnitudo a 7,1 gradi.
I soccorsi
Le immagini diffuse dalla televisione pubblica cinese mostrano i soccorritori all’opera tra le macerie. Tra le persone soccorse almeno 130 sono seriamente ferite, ma ogni bilancio è ancora provvisorio. La situazione sul terreno è stata definita “molto grave” dalle autorità locali che cercano di organizzare i primi aiuti d’emergenza per affrontare le rigide temperature della regione.
Il presidente cinese Xi Jinping ha lanciato un appello per la mobilitazione della macchina dei soccorsi per sostenere le operazioni di soccorso e ricerca.
Colpito anche il Nepal
Anche molte zone del Nepal, in particolare nei pressi del campo base alle pendici dell’Everest, hanno risentito del sisma, avvertito fin nella capitale Katmandu. La catena dell’Himalaya – spiegano i geologi – si trova proprio sulla linea di frattura tra le placche tettoniche indiana ed eurasiatica. Nel 2015 un terremoto di magnitudo 7,8 aveva provocato quasi 9mila morti e più di 22mila feriti in Nepal.
Il cordoglio internazionale
Tra i messaggi di cordoglio anche quello del Dalai Lama che si è dichiarato "profondamente rattristato" per la devastazione che ha colpito il Tibet. "Offro la mia preghiera - ha detto - a tutti coloro che hanno perso la vita”. Da Mosca, il presidente Putin ha inviato personalmente un messaggio di condoglianze al presidente cinese.
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