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Caracas pattugliata dalle forze di sicurezza organizzate da Maduro Caracas pattugliata dalle forze di sicurezza organizzate da Maduro

Venezuela, la capitale blindata in vista dell’insediamento di Maduro

Caracas è stretta da un piano di sicurezza a due giorni dall’investitura del presidente, al suo terzo mandato. González, che rivendica la vittoria al voto del 28 luglio scorso, annuncia che tenterà il rientro nel Paese. Sulla sua testa pende una taglia di centomila dollari. L’Osa: la sua rielezione non è né democratica né legittima

Vatican News

A due giorni dall’insediamento di Nicolás Maduro per il terzo mandato alla presidenza del Paese per sei anni, Caracas è una città sotto assedio. Da una parte un piano di sicurezza senza precedenti messo in piedi dalle autorità, dall’altra la previsione delle manifestazioni, indette per domani, sia dei partiti antichavisti, sia dei sostenitori del governo, convocati per far fronte alle proteste. Maduro, su invito del Parlamento, sarà venerdì a mezzogiorno, ora locale, davanti ai deputati per la cerimonia di investitura, mentre i sostenitori di Edmundo González Urrutia, che rivendica la vittoria del 28 luglio scorso, hanno organizzato cortei in tutto il Paese. La capitale è controllata dai membri dei cosiddetti “organismi di gestione integrale” (Odis), una struttura di cui Maduro di cui si è autoproclamato capo supremo e che centralizza potere politico, forze armate, milizia nazionale bolivariana, forze di polizia e gruppi comunitari, con il pretesto di «difendere la pace» in vista del 10 gennaio.

Il tour di González

González, intanto, continua il suo tour alla ricerca di un consenso internazionale che possa trasformarsi in pressione sulla presidenza di Maduro. Dopo Argentina, Uruguay e Stati Uniti, ora González fa tappa a Panamá e domani sarà nella Repubblica Dominicana, con l’intenzione di tentare il rientro in Venezuela, dove sulla sua testa pende una taglia di centomila dollari. Ad accompagnarlo saranno nove ex capi di Stato latinoamericani, definiti dal governo venezuelano «persone non gradite», che fanno parte del gruppo dell'Iniziativa Democratica di Spagna e delle Americhe (Idea), tra cui l'ex presidente colombiano Andrés Pastrana. Lo stesso González ha inoltre denunciato il rapimento del genero, Rafael Tudares, avvenuto nel momento in cui veniva arrestato Enrique Márquez, ex candidato del partito Centrados alle presidenziali del 28 luglio scorso, e nelle stesse ore in cui Maduro annunciava l’arresto di sette stranieri, tra i quali due statunitensi, due colombiani e tre ucraini, definiti mercenari e accusati di voler compiere azioni “terroristiche”. Arresti che seguono la cattura di altre 125 persone, tutte accusate di “cospirazione internazionale”, tra loro un italiano che sarebbe già stato rimesso in libertà.

La denuncia dell’Osa

A sostegno dei dimostranti anti governo, la leader dell’opposizione, María Corina Machado, che vive nascosta da cinque mesi, ha promesso che domani sarà in pubblico per, sono state le sue parole, «non perdere questa giornata storica» dicendosi sicura che la «tirannia abbia i giorni contati». Intanto, l’Organizzazione degli Stati americani (Osa) ha diffuso un documento in cui si indica che la rielezione di Maduro alla presidenza del Venezuela non può essere considerata democratica e legittima a causa dell’opacità del processo elettorale e delle restrizioni ai diritti politici imposti alle opposizioni.

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08 gennaio 2025, 15:47