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Vittime dei bombardamenti su Gaza Vittime dei bombardamenti su Gaza 

Bombardamenti a Gaza, Hamas denuncia: 970 morti

L'enclave palestinese nuovamente sotto attacco dopo la rottura della tregua tra Israele e Hamas. Netanyahu parla alla nazione e punta il dito sulle responsabilità del movimento islamista. Critiche dall'Ue e proteste da parte dei familiari degli ostaggi ancora prigionieri

Guglielmo Gallone - Città del Vaticano

"D'ora in avanti Israele agirà con una forza crescente contro Hamas e i negoziati avverranno solo sotto il fuoco": con queste parole il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato l'ondata di attacchi sulla Striascia di Gaza, decretando la fine dell'accordo di cessate il fuoco raggiunto lo scorso 19 gennaio.

Tutta la Striscia è sotto attacco

Secondo fonti di Hamas sono 970 le vittime dei raid israeliani delle ultime ore, mentre i feriti sarebbero oltre 560. Gli attacchi, effettuati anche con elicotteri da combattimento, sono stati condotti vicino Khan Younis, ad al-Bureij e nell'area di al-Tuffah, a est di Gaza City. Secondo fonti dell'aeronautica militare israeliana le operazioni sono state avviate per prevenire attacchi missilistici contro Israele. Inoltre, la Marina israeliana ha preso di mira diverse imbarcazioni al largo della costa di Gaza, che secondo Tel Aviv venivano utilizzate per attività terroristiche. Nuovi appelli alla popolazione della Striscia sono stati lanciati dalle Forze di difesa israeliane (Idf) affinché vengano evacuate "zone pericolose di combattimento". Il portavoce della Protezione civile dell'enclave palestinese, Mahmoud Basal, in un'intervista alla Cnn ha dichiarato che “la situazione è molto difficile e i nostri sforzi di protezione medica e civile non sono in grado di rispondere alla portata della catastrofe”, mentre il direttore dell'ospedale Al-Shifa ha riferito di ospedali “completamente pieni” e senza i mezzi necessari per curare i numerosi feriti.

Il discorso di Netanyahu

Rivolgendosi al Paese nella giornata di ieri, Netanyahu ha detto che “continueremo a combattere fino a raggiungere tutti gli obiettivi della guerra: la liberazione degli ostaggi, l'eliminazione di Hamas e la fine della minaccia da Gaza” perché "stiamo cambiando il volto del Medio Oriente" e "stiamo raggiungendo risultati incredibili". Parole ben distanti da quelle con cui era stato annunciato l'accordo che, nella prima fase, prevedeva lo scambio di ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi. Gli Usa, tramite l'inviato speciale del presidente Donald Trump, Steven Witkoff, avevano proposto un'ulteriore estensione del cessate il fuoco in cui Hamas avrebbe riconsegnato metà degli ostaggi ancora detenuti, ma il piano è stato bollato come "sfavorevole" dal movimento islamista per l'assenza di garanzie e per la mancata consegna di aiuti umanitari. A seguito delle dichiarazioni di Netanyahu e della ripresa delle operazioni militari, il gabinetto dei ministri israeliano ha approvato all'unanimità la rielezione del leader del partito di estrema destra Jewish Power, Itamar Ben Gvir, a ministro della Sicurezza nazionale. Il medesimo incarico dal quale Gvir si era dimesso poco meno di due mesi fa. ISempre nel suo discorso alla nazione Netanyahu ha sottolineato che l'attacco lanciato dalla Forze di difesa sulla Striscia di Gaza è solo l'inizio dell'operazione militare che Israele intende portare avanti con intensità crescente contro Hamas.

Reazioni diplomatiche

Dure reazioni provengono dall'Europa, dove l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea, Kaja Kallas, ha definito  ''inaccettabili'' i nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza, e dagli Emirati Arabi Uniti, attore strategico nella regione mediorentale. Allo stesso modo, la Cina, attraverso il rappresentante permanente all'Onu, Fu Cong, ha chiesto che Israele "abbandoni la sua ossessione per l'uso della forza" e "ponga immediatamente fine" alle operazioni militari nella Striscia di Gaza, esprimendo "ferma condanna" per la ripresa delle ostilità e per la rottura di un accordo di cessate il fuoco "duramente conquistato". Da Mosca, invece, il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ha discusso con la leadership del movimento palestinese al Fatah dell'accordo palestinese-israeliano a fronte della ripresa delle ostilità.

L'impegno umanitario dell'Italia

All'interno di una situazione tanto complessa, c'è anche spazio per una buona notizia: diciotto minori palestinesi, per la maggior parte pazienti oncologici , saranno trasferiti in Italia per ricevere cure urgenti, data la crisi umanitaria in corso a Gaza. Il trasferimento sarà gestito nella giornata di oggi con velivoli militari C-130J dell'Aeronautica militare e della Guardia di finanza. A riferirlo è il Dipartimento della Protezione civile, ricordando che la missione Medevac - Medical Evacuation  - è realizzata nell'ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile. Per la missione di soccorso sono stati determinanti - sottolinea la Protezione civile - il sostegno delle ambasciate d'Italia al Cairo e a Tel Aviv e del ministero della Salute egiziano. Ad accogliere i giovani pazienti saranno le aziende ospedaliere delle regioni Puglia, Campania, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia. Un'operazione che si aggiunge alle azioni umanitarie a sostegno della popolazione civile di Gaza già intraprese dall'Italia, con oltre 350 cittadini palestinesi evacuati.

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