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Gaza, in fuga da Rafah Gaza, in fuga da Rafah

Gaza, ucciso altro leader di Hamas a Khan Yunis. È il terzo in pochi giorni

Drammatico aumento delle vittime dall'inizio del conflitto: il bilancio dei morti a Gaza è arrivato a quota 50 mila. Dalla ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia, il 18 marzo scorso, sono stati uccisi più di 670 palestinesi. L’esercito circonda Rafah, mentre a Khan Yunis è stato bombardato l'ospedale Nasser. Atteso oggi in medio Oriente l'Alto rappresentante dell'Ue Kallas

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Oltre 50 mila morti a Gaza, una cifra spaventosa, impronunciabile, che in poco tempo verrà superata e di molto. I raid israeliani, solo nelle ultime 24 ore, ne hanno uccise 39 di persone, i morti da quando sono ripresi i bombardamenti, quasi una settimana fa, sono più di 670; cinque se ne registrano nel bombardamento contro l'ospedale di Khan Yunis, nell'estremo sud della Striscia . Le cifre sono del ministero della Salute di Gaza, ritenute non attendibili da Israele, affidabili invece dalle Nazioni Unite. 

Ucciso Salah al-Bardawil

L’esercito israeliano ha intanto circondato un distretto di Rafah, nel sud della Striscia. Tal al-Sultan era già stato abbandonato da molti degli abitanti ai quali era stata intimata l’evacuazione per operazioni mirate a "smantellare le infrastrutture terroristiche ed eliminare" i combattenti presenti. In un attacco su un accampamento di tende nell’area di Khan Yunis è rimasto invece ucciso un alto funzionario di Hamas, Salah al-Bardawil, membro dell'ufficio politico del movimento e del Consiglio legislativo palestinese, il terzo a morire dalla ripresa delle ostilità il 18 marzo scorso. Operazioni sono state inoltre lanciate su Beit Hanoun, nel nord del territorio.

La visita di Kaja Kallas

Israele ha rotto la tregua con Hamas dopo due mesi, infatti era stata firmata il 19 gennaio. I bombardamenti ripresi su Gaza hanno quindi costretto migliaia di gazawi, già sfollati da 17 mesi di guerra, a fuggire ancora una volta tra le rovine. Nelle mani di Hamas restano ad oggi ancora 58 ostaggi rapiti il 7 ottobre del 2023. Il loro rilascio, assieme a un “ritorno immediato” all’accordo di cessate il fuoco, sarà tra le richieste avanzate dall’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, che incontrerà in Israele il presidente Herzog e il ministro degli Esteri Sa'ar, oltre al leader dell'opposizione; nei Territori palestinesi, invece, avrà colloqui con il presidente dell'Anp - l'Autorità nazionale palestinese - Abu Mazen e il premier Mustafa. Israele, in un colloquio teleonico tra il premier Benjamin Netanyahu e il segretario di Stato americano Marco Rubio, ha nuovamente ottenuto il sostegno degli Stati Uniti all'offensiva. 

Ultimo aggiornamento alle ore 10 del 24 marzo 2025

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