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Bombardamenti israeliani a Khan Younis Bombardamenti israeliani a Khan Younis

Medio Oriente, bombardamenti israeliani su Gaza: decine le vittime

Nelle prime ore di oggi, giovedì 20 marzo, una serie di attacchi ha portato alla morte di almeno 10 civili a Khan Younis. Bombardamenti anche a Rafah e Beit Lahiya: il bilancio complessivo degli attacchi della notte è di almeno 71 morti

Gianmarco Murroni - Città del Vaticano

Ancora vittime nella Striscia di Gaza dopo la massiccia ripresa dei bombardamenti da parte dell’esercito israeliano. Nelle prime ore di oggi una serie di attacchi ad alcuni edifici residenziali a Khan Younis ha portato alla morte di almeno 10 civili. Durante la notte bombardamenti sono stati segnalati anche a a Rafah e Beit Lahiya: il bilancio complessivo degli attacchi è di almeno 71 morti, tra le vittime, sorprese nel sonno, vi sono anche donne e bambini. L'agenzia di Difesa civile di Gaza ha dichiarato che sono centinaia le persone uccise nella Striscia da quando Israele ha rotto la tregua e ripreso gli attacchi aerei su larga scala.

Proteste a Gerusalemme

A Gerusalemme, intanto, la polizia ha arrestato 12 manifestanti per disturbo dell'ordine pubblico durante le accese proteste antigovernative scatenate dall'annuncio del premier israeliano Benjamin Netanyahu di voler licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar. Come mostra un filmato, agenti hanno aggredito e allontanato con la forza il deputato dei Democratici, Gilad Kariv, che stava partecipando alla manifestazione ad Aza Road. "Ecco come appare una dittatura. Questa non è l'applicazione della legge. Questa è la violazione della democrazia. Non staremo zitti e non ci arrenderemo", ha fatto sapere il partito di sinistra. Il ministro della sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha accusato, invece, i manifestanti di essere contro Israele.

Morte operatore Onu

Rammarico è stato espresso, invece, dal ministero degli Esteri israeliano ha per la morte di un operatore delle Nazioni Unite a Gaza, ribadendo tuttavia che, secondo un'indagine preliminare, l'esercito israeliano non sarebbe responsabile dell'accaduto. Il portavoce del ministero degli Esteri, Oren Marmorstein, ha dichiarato che le circostanze dell'episodio sono ancora in fase di verifica. In precedenza, anche i militari avevano negato qualsiasi coinvolgimento nella morte del funzionario, avvenuta, secondo le Nazioni Unite, dopo che un ordigno ha colpito una struttura dell'Onu nella città di Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza.

Delegazione Hamas in Egitto

Una delegazione di Hamas sarebbe attesa oggi al Cairo, la capitale dell'Egitto, per discutere del cessate il fuoco con Israele nella Striscia di Gaza. Fonti di Hamas hanno rivelato che il movimento ha informato i mediatori della disponibilità a rispondere a qualsiasi proposta che includa il rilascio degli ostaggi israeliani, a condizione che faccia parte della transizione alla seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza, mentre fonti egiziane hanno indicato che una delegazione israeliana ha fatto una rapida visita al Cairo mercoledì sera. Il movimento armato palestinese ha indicato che le discussioni e i contatti sono attualmente in corso su una proposta sul tavolo dei negoziati. Nei giorni scorsi L'Egitto ha presentato una nuova proposta per un cessate il fuoco a Gaza, un ‘ponte’ per colmare i disaccordi tra le parti.

Attacchi Houthi

Sul fronte dello Yemen e delle tensioni nel Mar Rosso, i miliziani Houthi hanno annunciato di aver condotto un'operazione militare ‘qualitativa’ che ha preso di mira l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, con il missile balistico ipersonico ‘Palestina 2’. L'esercito israeliano ha affermato che il missile lanciato dallo Yemen è stato abbattuto dall'Aeronautica prima di entrare nello spazio aereo di Israele. "Le sirene sono state attivate in conformità al protocollo", hanno fatto sapere le Forze di difesa israeliane. Il servizio di ambulanza Magen David Adom afferma di non aver ricevuto segnalazioni dirette di feriti causati dai detriti, sebbene i medici stiano curando diverse persone che soffrono di ansia o che sono rimaste ferite mentre si precipitavano nei rifugi.

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