Minori e pornografia online, un convegno all'Università Salesiana
Eugenio Murrali - Città del Vaticano
Una tecnologia aggressiva, pervasiva, un accesso sempre più facile, spesso anonimo e incontrollato, a contenuti impropri, la deregolamentazione di internet, la compiacenza di piattaforme atte a istigare più che a educare portano oggi a dover considerare il rapporto dei minori con la pornografia un'emergenza. Copercom, che raccoglie 29 associazioni per la comunicazione, Anspi e l'Università Salesiana, ben coscienti della portata di questo fenomeno hanno dedicato un convegno al tema: Cittadinanza e responsabilità educativa. I minori in balia della pornografia online. "Formare cittadini responsabili significa proteggerli dai pericoli del mondo digitale", ha osservato il vicerettore dell'ateneo, il professor don Kevin Otieno Mwandha, che ha ricordato come Giovanni Paolo II nell'esortazione apostolica Familiaris consortio e Papa Francesco in Amoris laetitia abbiano condannato la pornografia.
Una pericolosa dipendenza
Giovanni D'Angiò, docente di Scienze dell'educazione della Salesiana e sessuologo clinico, ha approfondito il tema della deformazione pornografica della sessualità, perché spesso quella che all'inizio è una ricerca consapevole di un materiale che si pensa possa procurare benessere "si trasforma in dipendenza" e si traduce in ossessione, oltre che in spesa economica. Per i giovani poi il danno può essere enorme: "La pornografia sta diventando il primo contatto sessuale degli adolescenti", osserva D'Angiò, capita che alcuni non riescano più ad avere un legame emotivo con le altre persone, il mezzo diventa il fine. Peril sessuologo servono prevenzione e una comunità educante, con una formazione che parta dagli adulti per poi arrivare ai ragazzi.
La necessità di relazioni significative
Fabio Pasqualetti, decano della facoltà di Scienze della comunicazione sociale, mette in guardia: "Le piattaforme social, per finalità economiche, sono capaci di creare dipendenza attraverso il processo di profilazione che identifica i gusti della persona e la sua attività. Se un ragazzino o una ragazzina vengono attratti dalla pornografia, le piattaforme anziché avere un processo educativo, rinforzano le ossessioni". Per il docente c'è, però una risposta possibile: "Abbiamo bisogno di relazioni tra adulti e giovani che siano significative, abbiamo anche bisogno di adulti significativi. Inoltre dobbiamo proporre esperienze di vita, perché le piattaforme, che certo sono interessanti e danno possibilità, sottraggono però molto tempo alla vita e alla sua complessità".
Il progetto Mercurio
Un contenitore di idee, questo è il progetto "Mercurio" nato in seno al Copercom. Nota il presidente Stefano Di Battista: "Già due anni fa abbiamo ritenuto che questa tematica dell'accesso dei minori alla pornografia online sia una questione di carattere educativo, sociale e di costume. C'è una tecnologia in accelerazione, all'inizio l'intelligenza artificiale era solo un'ipotesi, oggi è una realtà". Uno dei progetti concreti, presentato alconvegno da Fabio Bolzetta, presidente dell'Associazione web cattolici italiani, WeCa, è la realizzazione di una guida al primo smartphone, diretta ai genitori, perché siano accorti quando danno un cellulare in mano ai figli.
Un altro progetto è legato all'Associazione Meter, diretta da Carlo Di Noto e si tradurrà in tre giorni di formazione nella sede di Pachino, vicino a Siracusa, dove Meter fa il monitoraggio della rete. Carlo Di Noto, attivo nel campo della lotta alla pedopornografia a partire dagli anni Ottanta, in un intervento molto significativo ha messo in evidenza l'uso aberrante che certi adulti fanno dei social e di cui le vittime sono i minori. Ha mostrato come pornografia e pedopornografia vadano di pari passo, ha palesato il pericolo rappresentato da alcuni giochi di realtà virtuale e ha chiarito come il web si trasformi spesso in un mezzo di adescamento, di circolazione di materiale e persino di apologia dei reati contro i minori. Alcuni reati, in particolare in particolare il revenge porn, la pornovendetta, sono stati oggetto dell'intervento dell'avvocato Marisa Marraffino. Nel convegno sono intervenuti anche Giuseppe Dessì, presidente Anspi, Claudia Di Pasquale, presidente Associazione italiana genitori APS, Stefano Ropa Esposti pedagogista e formatore Anspi. Le conclusioni sono state affidate a Vincenzio Corrado, direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della Cei.
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