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L'interno di una casa colpita ieri da un missile a Kryvyi Rih, nel centro dell'Ucraina L'interno di una casa colpita ieri da un missile a Kryvyi Rih, nel centro dell'Ucraina 

Raid russo sulla città natale di Zelensky. Pressing americano su Mosca e Kyiv

Il presidente Usa Trump ritiene che Mosca e Kyiv siano pronte a un accordo. Il leader ucraino frena dopo l'ultimo attacco: “La diplomazia non significa nulla per Putin”. Proseguono gli sforzi per un cessate il fuoco

Francesco De Remigis - Città del Vaticano

“Tutte le promesse russe finiscono con missili, droni bombe o artiglieria”. Così il presidente ucraino Zelensky dopo gli attacchi in serie che hanno preso di mira la sua città natale, Kryvyi Rih, nel centro del Paese. La Federazione Russa ha colpito stavolta anche con un missile balistico con testata a grappolo. Almeno 18 le persone uccise, tra cui 9 bambini, in un’area residenziale; una cinquantina i feriti. Secondo Zelensky, “la diplomazia non significa nulla per loro”. E ha invitato l’Occidente a esercitare una maggiore pressione sul Cremlino.

La Russia: “Erano obiettivi militari”

Da Mosca si parla di obiettivi militari e di un'area “in cui si è tenuto l’incontro dei comandanti delle Forze armate ucraine con gli istruttori occidentali”. Prosegue intanto la missione diplomatica di Kirill Dmitriev, inviato moscovita a Wasghinton. Si tratta della prima visita di un funzionario russo nella capitale statunitense dall'invasione dell'Ucraina. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha commentato dicendo che "Trump non permetterà colloqui infiniti" e "sapremo presto se la Russia è seria riguardo alla pace o no". Rubio ha parlato da Bruxelles, dove si trova per il vertice Nato, in cui ha invitato gli alleati ad avere fiducia perché "ci stiamo avvicinando alla pace, anche se non abbiamo raggiunto ancora alcun risultato".  Sempre sul fronte negoziale, a Kyiv sono arrivati questa settimana i capi di stato maggiore di Francia e Regno Unito per discutere le garanzie di sicurezza per l'Ucraina in caso di cessate il fuoco.

Macron pronto a mediare "a tempo debito"

Nonostante il continuo scambio di accuse tra Russia e Ucraina - il ministero della Difesa della Federazione parla di 49 droni ucraini abbatutti nella notte in nove regioni del Paese, compreso il Kursk -, il presidente Usa Trump ritiene che Putin e Zelensky siano pronti a un accordo. Nel frattempo, prova a prendersi la scena sul fronte diplomatico europeo Emmanuel Macron. Secondo il quotidiano britannico Telegraph, l'inquilino dell'Eliseo sarebbe pronto a rappresentare l’Europa in eventuali negoziati con l'omologo russo "quando arriverà il momento". Ma il premier britannico Starmer, l’altro leader a guida della cosiddetta coalizione dei “volenterosi”, avrebbe allo stato attuale bocciato ogni apertura. Ieri il colloquio telefonico tra monsignor Paul R. Gallagher, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e Sergey Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione. Oltre all’impegno umanitario della Santa Sede, in particolare sullo scambio di prigionieri, discusse anche “alcune iniziative volte a fermare le azioni belliche”.

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