L’allarme di Unhcr: il mondo affronta una crisi umanitaria senza precedenti
Federico Azzaro – Città del Vaticano
Il mondo sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti. Con oltre 120 milioni di persone costrette alla fuga a causa di conflitti e violenze, le risorse destinate all’assistenza umanitaria stanno diminuendo drasticamente. A colloquio con i media vaticani, Filippo Ungaro, portavoce dell’Unhcr, lancia un appello affinché la comunità internazionale non volti le spalle ai più vulnerabili. I tagli ai finanziamenti, infatti, stanno mettendo in pericolo milioni di vite.
Donne, bambini e rifugiati, le vittime principali
Le prime vittime sono donne, bambini e rifugiati che si ritrovano senza accesso a servizi essenziali. «Le donne e le ragazze in fuga sono esposte a stupri e abusi, mentre i bambini rischiano di finire vittime del lavoro minorile, della tratta o dei matrimoni precoci», spiega Ungaro. Le conseguenze si manifestano in tutti gli ambiti della vita quotidiana dei rifugiati: meno cibo, meno acqua, meno protezione. La situazione è drammatica nei paesi che accolgono il maggior numero di sfollati, come il Sudan, il Sud Sudan e il Ciad, già in condizioni di estrema fragilità. «La crisi di finanziamenti porta a una crisi di responsabilità — avverte il portavoce di Unhcr — e avrà ripercussioni non solo sulla vita delle persone, ma sulla stabilità di intere regioni». Ripercussioni che sono già tangibili. Secondo le stime, quasi 13 milioni di rifugiati, tra cui 6,3 milioni di bambini, potrebbero rimanere senza cure mediche salvavita. «Ci sarà un aumento delle epidemie, della malnutrizione e delle condizioni di salute mentale non trattate», sottolinea Ungaro. Il Bangladesh è uno dei paesi più colpiti: circa un milione di rifugiati rischiano di perdere l’accesso ai servizi sanitari di base, con 40.000 donne incinte che potrebbero non ricevere cure prenatali adeguate e 19.000 bambini malnutriti senza trattamento.
In pericolo anche l’istruzione
Anche l’istruzione è in pericolo. Senza fondi, migliaia di bambini rifugiati non avranno accesso alle scuole, esponendoli a un futuro di sfruttamento e povertà. «Dieci anni fa, il numero dei rifugiati era la metà di quello attuale», ricorda Ungaro, sottolineando come l’aumento delle emergenze umanitarie e la riduzione delle risorse siano una combinazione esplosiva. La crisi umanitaria non è solo una questione di aiuti, ma anche di sicurezza globale: «Si parla molto di sicurezza, ma questa passa anche dalla stabilizzazione delle popolazioni e dallo sviluppo dei paesi colpiti». È essenziale recuperare il senso di «comunità umana», come ha ricordato Papa Francesco nel suo discorso al corpo diplomatico: la cooperazione allo sviluppo deve restare una priorità per evitare che milioni di persone siano costrette a fuggire dalla propria terra per sopravvivere.
L’appello ai donatori
Di fronte a questa emergenza, il portavoce di Unhcr lancia un appello ai governi e al settore privato affinché mantengano gli impegni presi: «Siamo grati ai donatori internazionali e apprezziamo la scelta dell’Italia di non ridurre i fondi umanitari, ma abbiamo bisogno che gli altri paesi sblocchino i finanziamenti promessi».
Il rischio è che, senza un’inversione di tendenza, milioni di vite vengano lasciate senza protezione. «Abbiamo bisogno di un intervento deciso, pubblico e privato, per arginare le conseguenze di questa crisi finanziaria», conclude Ungaro. Perché dietro ai numeri ci sono persone, famiglie e bambini che meritano un futuro.
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