Papa Francesco: per salvare l'ambiente occorre una presa di coscienza mondiale
di Adriana Masotti
“Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Questa domanda non riguarda solo l’ambiente in modo isolato. Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori”.
E’ la grande questione che Papa Francesco pone a conclusione del discorso rivolto ai leader del Pacific Islands Forum, ricevuti stamattina in udienza in Vaticano. In particolare la regione dell’Oceano Pacifico, “così ricca di bellezze culturali e naturali”, suscita infatti vive preoccupazioni, afferma il Papa, in noi e “in particolare per le popolazioni che vi abitano, piuttosto vulnerabili a fenomeni estremi ambientali e climatici sempre più frequenti e intensi”. Il Papa cita il grave problema dell’innalzamento dei livelli dei mari, così come il continuo declino che sta subendo la barriera corallina, una realtà già 30 anni fa inutilmente denunciata anche da Vescovi delle Filippine. Tante le cause e molte derivano da una “condotta umana improvvida, collegata a forme di sfruttamento delle risorse naturali e umane il cui impatto giunge fino in fondo agli oceani”.
Francesco osserva che il problema del riscaldamento globale è ampiamente discusso in numerosi dibattiti internazionali come la 23^ Sessione della Conferenza dell’Onu sul clima in corso a Bonn. E si augura che in questi Vertici venga sempre tenuta presente l’immagine di una “Terra senza confini”.
“Questa visione di una “Terra senza confini”, prosegue il Papa, annulla le distanze geografiche, richiamando la necessità di una presa di coscienza mondiale, di una collaborazione e di una solidarietà internazionali, di una strategia condivisa, che non permettano di restare indifferenti di fronte a problemi gravi come il degrado dell’ambiente naturale e della salute degli oceani, connesso al degrado umano e sociale che l’umanità di oggi sta vivendo”.
Nel mondo tutto è intimamente connesso, ricorda ancora il Papa, costatando che la situazione degli oceani e dell’ecosistema marino, nonostante gli appelli fatti, non si può dire certo migliorata in questi anni. Per questo la domanda conclusiva che attende ancora risposte concrete dalla Comunità internazionale: che tipo di mondo e quali valori desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi?
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