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Bambini di varie etnie del Myanmar accanto al Papa, speranza di pace

Bambini e ragazzi di varie etnie salgono sul palco accanto al Papa in occasione del primo discorso in Myanmar

di Alessandro De Carolis

Ordine sociale “inclusivo”. Pace fondata “sul rispetto di ogni gruppo etnico”. La storia recente e non del Myanmar racconta altro. Conflitti interni e sangue non stati risparmiati alle ultime generazioni di birmani.

Dunque quelle del Papa, ma anche del Consigliere di Stato e ministro degli Esteri, Aung San Suu Kyi – che oggi ha accolto Francesco rivolgendogli un saluto pieno di stima – potrebbero suonare alle orecchie di molti birmani, che portano addosso lacerazioni mai sanate, come degli auspici, certamente sentiti, ma forse lontani dall’essere concretizzati.

Eppure, al primo discorso pubblico di Francesco, qualcosa è accaduto prima e al di là delle parole. È accaduto che un gruppo di bambini e ragazzi in costume tradizionale sia salito accanto al Papa venuto da Roma, capo di una Chiesa che in Myanmar è quasi invisibile, e che quei bambini e ragazzi fossero rappresentanti delle varie etnie birmane. Quello che poteva essere un festoso benvenuto all’ospite importante, decorativo come si conviene, è diventato quasi una dichiarazione di intenti. Perché mentre, come ha ricordato la Nobel per la pace, in aree del Myanmar parlano le armi e della gente muore, si scelto di schierare accanto al Papa il futuro. Un futuro sulla cui pelle calcoli e ideologie non hanno ancora fatto in tempo a scrivere le loro di parole. Un futuro che, se aiutato, potrà trasformare le parole in storia, quella – come spera Francesco – di un Myanmar riconciliato.

Ascolta il servizio di Alessandro De Carolis da Yangon

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28 novembre 2017, 20:23