Il Papa: che cos'è il Natale se togliamo Gesù? La nostra gioia sia contagiosa
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Il cristiano, avendo incontrato Gesù, non può che essere “un testimone e un araldo di gioia”. La Chiesa celebra oggi la terza domenica di Avvento, detta “domenica della gioia”. Dopo i richiami precedenti alla vigilanza e a preparare la strada per la venuta del Signore, la liturgia, afferma Francesco affacciandosi dal Palazzo Apostolico su una piazza San Pietro illuminata dal sole, ci dice con quale spirito vivere tutto questo: con la gioia costante, la preghiera e il continuo rendimento di grazie.
La gioia costante
San Paolo, nella prima lettera ai Tessalonicesi che costituisce la seconda Lettura liturgica, raccomanda: “Siate sempre lieti” e il Papa lo spiega:
Vale a dire rimanere sempre nella gioia, anche quando le cose non vanno secondo i nostri desideri. Ma c’è quella gioia profonda, che è la pace: quella è gioia, pure, è dentro. Le angosce, le difficoltà e le sofferenze attraversano la vita di ciascuno, e tante volte la realtà che ci circonda sembra essere inospitale e arida, simile al deserto nel quale risuonava la voce di Giovanni Battista, come ricorda il Vangelo di oggi. Ma proprio le parole del Battista rivelano che la nostra gioia poggia sulla certezza che questo deserto è abitato."
E’ Gesù che abita il deserto, l' inviato dal Padre “a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore”. Egli, ricorda il Papa, “è venuto sulla terra per ridare agli uomini la dignità e la libertà dei figli di Dio”.
La preghiera perseverante
E’ ancora San Paolo a indicare il secondo atteggiamento: “Pregate ininterrottamente”.
Per mezzo della preghiera possiamo entrare in una relazione stabile con Dio, che è la fonte della vera gioia. La gioia del cristiano non si compra, non si può comprare, viene dalla fede e dall’incontro con Gesù Cristo, ragione della nostra felicità. Quanto più siamo radicati in Cristo, tanto più siamo vicini a Gesù, tanto più ritroviamo la serenità interiore, pur in mezzo alle contraddizioni quotidiane".
Ed è una gioia, questa, da condividere e che “rende meno faticoso il cammino della vita”.
L'amore riconoscente verso Dio
Infine il terzo atteggiamento di cui parla l’Apostolo: il continuo rendimento di grazie. Si tratta della riconoscenza verso il Signore, verso i suoi benefici, il suo amore misericordioso, la sua bontà. E il Papa fa accenno alla Vergine Maria a cui possiamo affidarci. Lei è “causa della nostra gioia”, non solo perché ha generato Gesù, ma perché ci porta a Lui.
La benedizione dei "Bambinelli"
Dopo la recita dell'Angelus, il Papa ringrazia i fedeli per il calore dei loro saluti e per gli striscioni in Piazza che nel giorno del suo compleanno gli rivolgono tanti auguri.
E in questa domenica è tradizione la benedizione dei “Bambinelli” organizzata dal Centro Oratori Romani. Francesco saluta i bambini che hanno portato la statuina di Gesù che metteranno poi nel loro presepe e a loro dice:
Quando pregherete a casa, davanti al presepe con i vostri familiari, lasciatevi attirare dalla tenerezza di Gesù Bambino, nato povero e fragile in mezzo a noi, per darci il suo amore. Questo è il vero Natale. Se togliamo Gesù, che cosa rimane del Natale? Una festa vuota. Non togliere Gesù dal Natale: Gesù è il centro del Natale, Gesù è il vero Natale! Capito?
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