La Chiesa si prepara a festeggiare il Natale: le omelie di Francesco
Sergio Centofanti - Città del Vaticano
La Chiesa si prepara a festeggiare in tutto il mondo la nascita del Salvatore. Alle 21.30 di questa domenica 24 dicembre, il Papa presiede la Messa della Notte di Natale nella Basilica di San Pietro. E’ il quinto Natale di Papa Francesco.
I canti della Notte di Natale
La celebrazione inizierà con il canto processionale Noel, un tradizionale carol inglese, seguito dal canto della Kalenda, che annuncia il Natale di Gesù, Signore e centro della storia. Alla fine il canto processionale verso il presepio, l’Adeste fideles, e il Tu scendi dalle stelle nella elaborazione di Domenico De Risi, maestro della Cattedrale di Nola, città dove Alfonso Maria de’ Liguori compose il conosciutissimo canto natalizio.
Natale 2016: il paradosso di Dio che nasce in una stalla
“Se vogliamo festeggiare il vero Natale - aveva detto il Papa nell’omelia dell’anno scorso - contempliamo questo segno: la semplicità fragile di un piccolo neonato, la mitezza del suo essere adagiato, il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono. Lì sta Dio. E con questo segno il Vangelo ci svela un paradosso: parla dell’imperatore, del governatore, dei grandi di quel tempo, ma Dio non si fa presente lì; non appare nella sala nobile di un palazzo regale, ma nella povertà di una stalla; non nei fasti dell’apparenza, ma nella semplicità della vita; non nel potere, ma in una piccolezza che sorprende. E per incontrarlo bisogna andare lì, dove Egli sta: occorre chinarsi, abbassarsi, farsi piccoli. Il Bambino che nasce ci interpella: ci chiama a lasciare le illusioni dell’effimero per andare all’essenziale, a rinunciare alle nostre insaziabili pretese, ad abbandonare l’insoddisfazione perenne e la tristezza per qualche cosa che sempre ci mancherà. Ci farà bene lasciare queste cose per ritrovare nella semplicità di Dio-bambino la pace, la gioia, il senso luminoso della vita”.
Natale 2015: il bambino Gesù è il vero consolatore del cuore
“I nostri occhi” - aveva detto il Papa nell’omelia della Notte di Natale 2015 – come accadde ai pastori di Betlemme, possano “riempirsi di stupore e meraviglia, contemplando nel Bambino Gesù il Figlio di Dio”. Questa notte “viene veramente Dio. Non c’è posto per il dubbio, lasciamolo agli scettici che per interrogare solo la ragione non trovano mai la verità. Non c’è spazio per l’indifferenza, che domina nel cuore di chi non riesce a voler bene, perché ha paura di perdere qualcosa. Viene scacciata ogni tristezza, perché il bambino Gesù è il vero consolatore del cuore”. Con la sua nascita “tutto cambia. Il Salvatore del mondo viene a farsi partecipe della nostra natura umana, non siamo più soli e abbandonati”.
Natale 2014: il Natale è la pazienza di Dio
“Aprendo il nostro cuore - aveva detto nel Natale 2014 - abbiamo anche noi la possibilità di contemplare il miracolo di quel bambino-sole che rischiara l’orizzonte sorgendo dall’alto (…) L’origine delle tenebre che avvolgono il mondo si perde nella notte dei tempi. Ripensiamo all’oscuro momento in cui fu commesso il primo crimine dell’umanità, quando la mano di Caino, accecato dall’invidia, colpì a morte il fratello Abele (cfr Gen 4,8). Così, il corso dei secoli è stato segnato da violenze, guerre, odio, sopraffazione. Ma Dio, che aveva riposto le proprie attese nell’uomo fatto a sua immagine e somiglianza, aspettava. Dio aspettava. Egli ha atteso talmente a lungo che forse ad un certo punto avrebbe dovuto rinunciare. Invece non poteva rinunciare, non poteva rinnegare sé stesso (cfr 2 Tm 2,13). Perciò ha continuato ad aspettare con pazienza di fronte alla corruzione di uomini e popoli. La pazienza di Dio. Quanto è difficile capire questo: la pazienza di Dio verso di noi! Lungo il cammino della storia, la luce che squarcia il buio ci rivela che Dio è Padre e che la sua paziente fedeltà è più forte delle tenebre e della corruzione. In questo consiste l’annuncio della notte di Natale. Dio non conosce lo scatto d’ira e l’impazienza; è sempre lì, come il padre della parabola del figlio prodigo, in attesa di intravedere da lontano il ritorno del figlio perduto; e tutti i giorni, con pazienza. La pazienza di Dio”.
Natale 2013: non temete!
“In questa Notte – ha detto il Papa concludendo l’omelia del Natale 2013 - condividiamo la gioia del Vangelo: Dio ci ama, ci ama tanto che ha donato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre. Il Signore ci ripete: «Non temete» (Lc 2,10). Come hanno detto gli angeli ai pastori: «Non temete». E anch’io ripeto a tutti voi: Non temete! Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù per guidarci nel cammino verso la terra promessa. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Egli è la misericordia: il nostro Padre ci perdona sempre. Egli è la nostra pace. Amen”.
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