Paterno abbraccio del Papa ai familiari delle vittime di Rigopiano
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
Preghiera e commozione hanno scandito, stamani, la Messa a Santa Marta e l’incontro di Papa Francesco con i familiari delle vittime di Rigopiano. Una tragedia, di cui lo scorso 18 gennaio si è celebrato il primo anniversario, che è costata la vita a 29 persone. Sull’incontro con il Papa si sofferma l’arcivescovo di Pescara-Penne, mons. Tommaso Valentinetti:
R. –E’ stato un incontro intenso e, soprattutto, di preghiera. Di preghiera per coloro che purtroppo non ci sono più ma anche per le persone che sono rimaste perché attingano dalla fede la forza necessaria per superare una prova molto pesante. Ad un anno dalla morte delle persone nell’hotel del Rigopiano, i parenti non ancora riescono a metabolizzare il dolore. Il Papa ha promesso a tutti preghiere e si è dilungato, famiglia per famiglia, nell’assicurare la sua viva partecipazione. E si è sentito partecipe di questo momento così importante.
D. – Dunque un incontro che ha avuto il sapore di un colloquio paterno tra un padre e i suoi figli…
R. – Eravamo andati a Roma perché il Papa esercitasse la sua grande paternità. Questo Papa, che continuamente esercita la sua paternità nei confronti di tante persone, non ha mancato nemmeno questa volta di esercitare la sua paternità nei confronti di queste persone che purtroppo hanno perso i loro cari. Eravamo andati a Roma senza dubbio per partecipare all’Eucaristia a Santa Marta e questo ci è stato concesso ed è stata una Messa molto raccolta, con tanta intensità e preghiera.
D. – Tra l’altro, i familiari delle vittime hanno anche consegnato al Papa un ricordo, qualcosa di caro che era appartenuto alle persone defunte…
R. – Chi una fotografia, chi un libro, chi un biglietto, cose personali.
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