La comunità ucraina attende Francesco in visita alla Basilica di Santa Sofia
Federico Piana -Città del Vaticano
Don Marco Semehen, rettore della Basilica di Santa Sofia a Roma, dove domenica 28 gennaio Papa Francesco incontrerà la comunità greco-cattolica ucraina della capitale, non sta nella pelle. “Questa visita- dice con evidente commozione- rappresenta un segno d’attenzione nei confronti della nostra comunità. Sono sicuro che molti fedeli ucraini arriveranno da tutta Italia per stringersi intorno al Papa. Diventerà un pellegrinaggio nazionale”.
La preghiera per la pace in Ucraina
Il momento più atteso è quello della preghiera comune. “Personalmente sono convinto che il Papa e il popolo ucraino pregheranno insieme per la pace nel nostro Paese”, afferma don Semehen. E aggiunge: “Soffriamo tremendamente per una ‘guerra’ ancora in corso, della quale non si vede la fine. E’ un conflitto dimenticato ma sempre vivo, nonostante gli interventi della comunità internazionale e della diplomazia. Si sperava che per le festività di Natale si raggiungesse una tregua, ma invece nulla”. Ecco, allora, che la presenza del Papa potrebbe alleviare le sofferenze, riaccendere la speranza. “ Papa Francesco- spiega don Semehen – ha già speso molte parole per l’Ucraina, ha messo in campo numerosi sforzi diplomatici, concesso aiuti concreti. Basti ricordare la colletta dello scorso anno per sostenere i profughi della guerra e per aiutare la gente che soffre nelle zone di conflitto. Gliene siamo molto grati”.
La comunità greco-cattolica ucraina: i numeri
A Roma e provincia la comunità greco-cattolica ucraina conta circa 14mila fedeli. Nella Capitale sono presenti tre gruppi: uno nella parrocchia dei Santi Sergio e Bacco; il secondo nella casa generalizia dei padri Basiliani; il terzo nella Basilica di Santa Sofia. “In tutti e tre questi luoghi- conclude don Sehemen- si svolge una pastorale verso gli immigrati ucraini e prendono vita varie attività di formazione culturale ed umana”.
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