La carezza del Papa ai bambini dell’ospedale di Palidoro
Amedeo Lomonaco intervista Mariella Enoc
Il Papa ha potuto incontrare tutti i bambini ricoverati – oltre 100 –; ha potuto incontrare i genitori vicino ai bambini e i medici. È stato anche un modo per ringraziare tutti coloro che lavorano qui. Quindi, è stata una visita molto bella, perché è stata intensa e non è stata disturbata da persone esterne: c’era proprio solo l’ospedale.
Dunque una visita molto intima: gesti di tenerezza, calore, affetto nei confronti dei bambini, e anche parole di conforto verso i genitori…
Sì, ma anche di ringraziamento verso i medici, i paramedici: verso tutti. Mentre loro gli dicevano: “Grazie”, lui rispondeva: “Grazie a voi per quello che fate”.
In quali reparti si è recato il Santo Padre, in particolare?
In tutti. Immediatamente siamo andati nel primo reparto e ha cominciato, di stanza in stanza, a salutare i bambini. I medici del reparto gli presentavano i bambini, illustrandogli anche un po’ il caso brevemente; e lui ascoltava, salutava il bambino, la famiglia; poi qualche foto… Questo era un incontro “di occhi” soprattutto, di cuore, come fa il Papa. Il Papa non dice molte parole perché basta lui: il suo sguardo e il suo cuore a parlare. Non ha saltato un letto, è andato anche in Pronto Soccorso: dappertutto.
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