P. Zollner: il Papa sana le ferite delle vittime di abusi
Fabio Colagrande - Città del Vaticano
Come riferito dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke, Papa Francesco, ieri, dopo pranzo, presso la Nunziatura Apostolica di Santiago del Cile, ha incontrato, in forma strettamente privata, un piccolo gruppo di vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti. In mattinata, durante il discorso alle autorità al Palazzo della Moneda, il Papa aveva espresso dolore e vergogna davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Su questi gesti di Francesco, abbiamo raccolto il commento di padre gesuita Hans Zollner, direttore del Centro per la Protezione dei Minori della Pontificia Università Gregoriana e membro della Commissione pontificia per la protezione dei minori
R. – Non è la prima volta, e fa vedere che l’attenzione verso le vittime è veramente al primo posto tra le priorità di Papa Francesco. Lui stesso ha incontrato a casa sua – a Santa Marta, qui in Vaticano – nel luglio 2014 un gruppo di vittime di abusi da parte di sacerdoti. Anche io ero presente in quell’occasione perché dovevo tradurre, e quindi ho visto con i miei stessi occhi come il Papa reagisce di fronte a tanta sofferenza e a tanto dolore. Quello che il Papa ha detto ieri appena arrivato a Santiago, e quello che ha fatto poi in seguito incontrando delle vittime, mostra quanto egli sia consapevole: consapevole anche del fatto che la Chiesa debba fare molto di più per l’assistenza delle vittime. E il Papa dà il proprio esempio, che è molto importante.
D. – Il direttore della Sala Stampa ha spiegato che questo gruppo di vittime di abusi ha potuto raccontare a Papa Francesco le proprie sofferenze. Il Papa le ha ascoltate, ha pregato e pianto con loro. Come commenta questi gesti del Papa?
R. – Quello che un rappresentante della Chiesa, un vescovo o un responsabile di una scuola dove sono accadute queste vicende deve fare, è semplicemente ascoltare: ciò che la stragrande maggioranza delle vittime di abuso cerca e richiede è l’ascolto. Tuttavia, non l’ascolto semplice - “Ti dò adesso due minuti”, e poi passa…- ma un ascolto vero, con il cuore e la mente aperti. È proprio anche quello che mi immagino sia successo a Santiago, come anche qui in Vaticano, e come succede ogni volta che il Papa incontra delle persone che hanno sofferto grandemente, anche di abuso sessuale da parte di sacerdoti e chierici. Perché il Papa è una persona che ha un cuore che si apre enormemente, sta veramente vicino alle vittime e ascolta quello che raccontano. E questo è molto importante, perché la sua empatia, vicinanza, e anche la sua assistenza spirituale, in questo momento è talmente importante che possono avvenire passi di guarigione anche molto importanti. Questo posso testimoniarlo, perché sono stato in contatto, a partire dal luglio 2014 - data in cui eravamo dal Papa - con delle vittime. Le due persone che avevo accompagnato, da quel momento, hanno fatto grandi passi avanti nella loro vita e hanno avuto una “guarigione”, se così possiamo dire. E in qualche maniera è stato un percorso di riconciliazione con la loro vita, con quella ferita profonda, e anche con la Chiesa.
D. – Padre Zollner, oggi, sui giornali italiani, si dà molto rilevanza a queste parole sulla pedofilia e sugli abusi sessuali. È un tema che continua a interessare molto l’opinione pubblica, non è vero?
R. – Certamente, è un tema che non ci lascerà. Come ho sempre detto, questo è un tema che ci interesserà per tanto tempo. In Cile, dove sono stato quattro anni fa, già allora la situazione era molto accesa. Il Cile è un Paese dell’America in cui, per varie ragioni, anche politiche e all’interno della Chiesa, l’attenzione verso questi fenomeni è molto alta. Ma la Chiesa cattolica mostra una diversità di risposte anche per quanto riguarda le varie chiese locali, che, a mio parere, vedranno ancora delle osservazioni e rivelazioni su quanto la chiesa locale sia capace di accogliere le vittime, e di fare tutto il possibile per portare avanti e sviluppare la capacità di prevenzione degli abusi. Perché ovviamente il passato non lo possiamo cambiare, ma nel presente dobbiamo lavorare affinché non si ripetano queste vicende.
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