Ambasciatore del Cile: migranti e Mapuche nelle località del viaggio del Papa
Luca Collodi e Debora Donnini- Città del Vaticano
Un clima di grande gioia e attesa si respira in Cile per l’imminente arrivo di Papa Francesco, che atterrerà nel Paese sudamericano martedì prossimo, il 16 gennaio. Tre le località che visiterà in Cile, ciascuna con caratteristiche particolari: Santiago del Cile, la capitale, Temuco, legata agli indios Mapuche, e Iquique, dove importante è il fenomeno dell’immigrazione da altri paesi dell’America Latina. Lo spiega, nell’intervista di Luca Collodi, Francisco Marian Fernàndez Amunàtegui, ambasciatore del Cile presso la Santa Sede.
D. – Ambasciatore Amunàtegui, il Papa andrà a Santiago, ma andrà poi a Temuco, nella zona dei mapuche. Cosa rappresenta il popolo mapuche oggi per il Cile?
R. – Il popolo Mapuche è il popolo originario del Cile, il più importante. È stato un popolo che ha lottato molto: gli spagnoli hanno lottato per 300 anni contro i Mapuche prima che si giungesse alla pace. Tuttavia, i Mapuche sono stati ignorati per molti anni. Negli ultimi anni, dal 1990, il nuovo governo democratico ha lavorato al fine di arrivare veramente ad una reale integrazione del popolo Mapuche. E oggi i Mapuche sono diventati un punto di riferimento per il nostro Paese: sono più di un milione in un Paese di 17 milioni di persone.
D. – Il Papa andrà anche nel Nord della Repubblica cilena, a Iquique, dove sono presenti i migranti. Il tema dei migranti sarà proprio rappresentato dalla vita di questa città…
R. – Siamo il Paese che adesso riceve più migranti pro capite di tutta l’America Latina. In un anno abbiamo ricevuto 100mila persone provenienti da Haiti. Abbiamo più di mezzo milione di peruviani, lo stesso numero di boliviani, 350mila persone dalla Colombia e dall’Argentina. Un mese fa abbiamo ricevuto i primi 100 migranti provenienti dalla Siria e dal Venezuela, che si trova in una situazione molto difficile. Arrivano ogni giorno aerei con 50-60-100 persone. Allora il Papa troverà nel Cile un Paese che ribadisce ciò che lui ha detto in tema di immigrazione: “accogli e integra”. Fino ad ora la gente ha accettato l’immigrazione. Ci saranno magari alcune voci critiche - come avviene per ogni cosa - però il problema principale che abbiamo in Cile per quanto riguarda i migranti è che la nostra legge sull’immigrazione è molto vecchia. E adesso è in corso un piano di riforma della legge per trovare i mezzi per integrare meglio coloro che arrivano in Cile.
D. – Il tema ambientale: il Papa è molto attento anche alla difesa del territorio, dell’ambiente, della natura. Il Cile, da questo punto di vista, credo che sia un Paese che a livello ambientale meriti rispetto, perché c’è una politica di difesa dell’ambiente…
R. – Sì, non soltanto una politica di difesa. Credo che abbiamo fatti dei passi avanti molto importante. Per esempio, oggi il 20 per cento dell’energia del Cile proviene dal sole e dal vento. Abbiamo anche, grazie alle ultime misure, due milioni di chilometri quadrati di aree marittime protette, che è più del doppio del territorio del Cile.
D. – Che cosa si aspetta lei dalla visita di Papa Francesco in Cile?
R. – Io mi auguro che sia una grande spinta per la spiritualità del Paese perché è diventato troppo consumista.
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