Francesco: per combattere lo sfruttamento rivedere i modelli economici
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Papa Francesco riceve nella Sala Clementina, in Vaticano, i membri del Gruppo Santa Marta a conclusione della loro 5^ Conferenza internazionale che si è tenuta in Vaticano, ieri e oggi, presso la Pontificia Accademia delle Scienze e che quest’anno aveva l’obiettivo di fornire una prospettiva mondiale sulla tratta degli esseri umani e sulle moderne forme di schiavitù che, dice nel suo discorso il Papa, continuano “a causare indicibili sofferenze umane”.
La tratta, un fenomeno diffuso e tollerato
Moderne forme di schiavitù che, prosegue Francesco, “sono ben più diffuse di quanto si possa immaginare, persino – a nostra vergogna e scandalo – all’interno delle più prospere tra le nostre società”. E sottolinea:
Il grido di Dio a Caino, che si trova nelle prime pagine della Bibbia – «Dov’è tuo fratello?» – ci provoca ad esaminare seriamente le diverse forme di complicità con cui la società tollera e incoraggia, particolarmente a proposito della tratta a fini sessuali, lo sfruttamento di uomini, donne e bambini vulnerabili.
Rivedere gli attuali modelli economici
Per poi osservare che le iniziative volte a combattere concretamente la tratta di persone umane, devono sempre più considerare i più vasti settori correlati
come per esempio l’uso responsabile delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione, per non parlare dello studio delle implicazioni etiche dei modelli di crescita economica che privilegiano il profitto sulle persone.
Necessario aiutare le vittime per ridare loro la dignità
Ma smantellare le reti criminali che favoriscono la tratta non basta, bisogna guardare alle persone ridotte in schiavitù e il Papa si augura che i lavori della Conferenza del Gruppo Santa Marta potranno essere d'aiuto
a incrementare la consapevolezza della crescente necessità di aiutare le vittime di questi crimini, accompagnandole in un cammino di reintegrazione nella società e di ristabilimento della loro dignità umana.
Un passo essenziale questo, conclude, “per il risanamento e il rinnovamento” del tessuto sociale nel suo insieme.
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