Papa Francesco: grato a chi ha sostenuto mons. Okpaleke
Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Ahiara (Nigeria), presentata da mons. Peter Ebere Okpaleke, al tempo stesso ha nominato mons. Lucius Iwejuru Ugorji, vescovo di Umuahia, ad amministratore apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis di Ahiara».
Papa Francesco: non è tribalismo, ma appropriazione della vigna del Signore
Il presule, nominato da Papa Benedetto XVI il 7 dicembre 2012, è stato costretto alle dimissioni dalla forte ostilità di una parte della popolazione locale, in quanto appartenente ad un’etnia diversa da quella del vescovo. Papa Francesco era intervenuto con decisione. Nel giugno dell’anno scorso, ricevendo una delegazione della Diocesi di Ahiara si era detto “molto triste” per la vicenda. Nel suo discorso aveva detto che “chi si è opposto alla presa di possesso” del vescovo “vuole distruggere la Chiesa”. E aveva aggiunto: “Ritengo che qui non si tratti di un caso di tribalismo, ma di appropriazione della vigna del Signore. La Chiesa è madre e chi la offende compie un peccato mortale”. Quindi aveva ordinato a “ogni sacerdote o ecclesiastico incardinato nella Diocesi di Ahiara” di scrivergli una lettera “in cui domanda perdono”, pena la sospensione a divinis.
Necessari gesti di perdono e di riconciliazione
La Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli ha diffuso oggi il seguente comunicato. "Il Santo Padre, accogliendo la richiesta di S.E. Mons. Peter Ebere Okpaleke, lo ha sollevato dall’ufficio di Vescovo di Ahiara, e allo stesso tempo lo ringrazia per il suo amore alla Chiesa. Il Papa Francesco, nei mesi di giugno e luglio 2017, come da Lui richiesto, ha ricevuto 200 lettere da parte di singoli sacerdoti della Diocesi di Ahiara, in cui essi gli hanno manifestato obbedienza e fedeltà. Alcuni, tuttavia, hanno fatto presente la propria difficoltà psicologica a collaborare con il Presule dopo questi anni di conflitto. In considerazione del pentimento, il Santo Padre non ha voluto procedere con sanzioni canoniche, ed ha incaricato la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli di rispondere a ciascuno di essi; la Congregazione ha esortato ogni sacerdote a riflettere sul grave danno inferto alla Chiesa di Cristo ed ha auspicato che mai in futuro abbiano a ripetersi azioni così irragionevoli di opposizione verso un Presule legittimamente nominato dal Santo Padre; ha anche chiesto che il clero compia gesti di perdono e di riconciliazione nei confronti del Presule”.
Papa grato a quanti hanno sostenuto mons. Okpaleke
“Il Santo Padre è grato a quanti, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli, hanno mostrato vicinanza a S.E. Mons. Okpaleke e lo hanno sostenuto con la propria preghiera. E’ altresì grato ai Fratelli Vescovi della Conferenza Episcopale della Nigeria per il sostegno dato al loro confratello, al quale invia una speciale Benedizione Apostolica. Ringrazia poi Sua Eminenza il Cardinale John Onaiyekan per il servizio prestato quale Amministratore Apostolico; inoltre S.E. Mons. Ignatius Kaigama, Presidente della Conferenza Episcopale, e l’Arcivescovo Metropolitano di Owerri, S.E. Mons. Anthony Obinna, per gli sforzi compiuti nella penosa vicenda”.
Mai più azioni che feriscano il Corpo di Cristo
“Il Santo Padre non intende per ora nominare un nuovo Vescovo in Ahiara, ma si riserva di continuare ad avere Egli stesso una speciale sollecitudine verso quella Diocesi, chiamando a collaborare un nuovo Amministratore Apostolico Sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis nella persona di S.E. Mons. Lucius Iwejuru Ugorji, Vescovo di Umuahia, al quale concede tutte le facoltà riservate all’Ordinario. Il Santo Padre, che accompagna con la preghiera questa nuova fase della vita della Chiesa di Ahiara, auspica che con il nuovo Amministratore Apostolico si riprenda la vita ecclesiale e mai più si abbiano azioni che feriscano il Corpo di Cristo".
Lettera pastorale di mons. Okpaleke
Da parte sua, mons. Okpaleke nell’annunciare le sue dimissioni, nella Lettera Pastorale resa pubblica il 14 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, ha sottolineato come fin dall’annuncio della sua nomina ci fossero state “reazioni violente e resistenze da parte di un gruppo di preti diocesani di Ahiara, di laici e di altri”. Di fronte a questa situazione, il 15 febbraio 2013 mons. Okpaleke chiese “umilmente” di prorogare di alcune settimane il momento della sua Consacrazione Episcopale e della presa di possesso della diocesi, nella speranza di un miglioramento della situazione. “La richiesta fu approvata” scrive il vescovo. “La situazione non migliorò, ma alla fine venni consacrato il 21 maggio 2013, fuori della diocesi, nel Seminario maggiore di Ulakwo, Owerri, a causa della situazione nella diocesi”. “Fino ad ora non ho potuto prendere possesso della diocesi di Ahiara” sottolinea: “Sono ora cinque anni, due mesi ed una settimana dalla nomina pontificia. Anche gli interventi della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e della Segreteria di Stato non hanno dato i frutti desiderati. I dettagli degli sforzi di pacificazione e le reazioni violente e irrazionali di alcuni preti e fedeli di Ahiara sono ancora disponibili su internet”.
Costretto a risiedere fuori dalla Diocesi
Mons. Okpaleke è stato così costretto a risiedere ad Awka “dove sono rimasto finora”. Neanche l’intervento di Papa Francesco, che nel giugno 2017 ha invitato Mons. Okpaleke in Vaticano, ha sbloccato la situazione, nonostante il Santo Padre avesse confermato la nomina di Mons. Okpaleke e avesse chiesto una lettera di scuse da parte di tutti i sacerdoti incardinati ad Ahiara, anche quelli che risiedevano fuori della diocesi. Di conseguenza, sottolinea mons. Okpaleke, “fino ad oggi i legittimi rappresentanti della Chiesa cattolica nella diocesi di Ahiara non hanno accesso alla cattedrale, alla curia ecc…”.
Dimissioni per il bene della Chiesa
“Prendendo in considerazione quanto sopra - scrive - ho assunto il convincimento in coscienza che rimanere Vescovo di Ahiara non reca più giovamento alla Chiesa”. “Non penso che il mio apostolato in una diocesi dove alcuni preti e fedeli laici sono così mal disposti nei miei confronti possa essere efficace”. “Così per il bene della Chiesa e della diocesi di Ahiara in particolare, ho chiesto umilmente al Santo Padre di accettare le mie dimissioni dall’ufficio di Vescovo di Ahiara. Ho intrapreso questo passo anche per il bene di tutti i fedeli di Ahiara, specialmente coloro sono rimasti fedeli in una Chiesa locale controllata da alcuni preti”. “Considero le mie dimissioni come la sola opzione corretta per facilitare la rievangelizzazione dei fedeli e, molto più importante e urgente, i preti di Ahiara, specie ora che il Santo Padre e i suoi collaboratori della Curia romana possono distinguere i preti che affermano la loro lealtà al Santo Padre e coloro che hanno deciso di ritirarsi in disobbedienza dalla Chiesa cattolica”.
Esortazione ai preti dissidenti
Dopo aver ringraziato coloro che gli hanno offerto supporto in tutti questi anni difficili, mons. Okpaleke ribadisce il suo amore e la sua preghiera nei confronti dei fedeli di Ahiara ed invita tutti al pentimento. “Invito tutti i preti dissidenti a riesaminare le motivazioni iniziali di diventare sacerdoti nella Chiesa cattolica. Sono urgenti pentimento e riconciliazione”.
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