La carezza del Papa ai detenuti
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Il Papa torna a portare la sua carezza e il suo abbraccio ai detenuti in occasione del Giovedì Santo. Questa volta visita il carcere romano di Regina Coeli dove alle 16 celebra la Messa nella “Rotonda” con il tradizionale rito della Lavanda dei piedi. La visita oltre alla celebrazione eucaristica prevede anche l’incontro con i detenuti ammalati, ricoverati nell’infermeria della struttura, e quello con i carcerati della VIII Sezione, dove si scontano reati di natura sessuale.
Le visite precedenti
Il 23 marzo del 2013 Francesco aveva visitato l’istituto panale per minori di Casal del Marmo. Nel 2015 aveva scelto invece il carcere romano di Rebibbia per la Messa in Coena Domini. Il 13 aprile 2017 è andato infine a trovare i detenuti di Paliano, casa circondariale in provincia di Frosinone. Qui, come nelle altre strutture era stato sommerso di doni, realizzati a mano dai detenuti proprio per lui. Il filo conduttore di questi incontri, per lo più svoltisi in forma privata, eccetto al carcere di Rebibbia, è sempre stata la tenerezza di un padre che si china verso i suoi figli più bisognosi, per compiere lo stesso gesto di Gesù: lavare i piedi agli Apostoli, facendosi servo.
L’amore di Dio non delude
Nell’omelia della Messa al carcere di Rebibbia il Papa aveva detto: “L’amore di Gesù non delude mai, perché Lui non si stanca di amare, come non si stanca di perdonare, non si stanca di abbracciarci. Questa è la prima cosa che volevo dirvi: Gesù ci ha amato, ognuno di noi, sino alla fine”. E ancora: “nel nostro cuore dobbiamo avere la certezza, dobbiamo essere sicuri che il Signore, quando ci lava i piedi, ci lava tutto, ci purifica, ci fa sentire un’altra volta il suo amore. Nella Bibbia c’è una frase, nel profeta Isaia, tanto bella; dice: “Può una mamma dimenticarsi del suo figlio? Ma se una mamma si dimenticasse del suo figlio, io mai mi dimenticherò di te”.
Il più grande si faccia servo
A Paliano invece queste erano state le sue parole: “Oggi c’è un capovolgimento: quello che sembra il più grande deve fare il lavoro da schiavo, ma per seminare amore. Per seminare amore fra noi, io non vi dico oggi di andare a lavarvi i piedi uno dall’altro: sarebbe uno scherzo. Ma il simbolo, la figura sì: vi dirò che se voi potete dare un aiuto, fare un servizio qui, in carcere, al compagno o alla compagna, fatelo. Perché questo è amore, questo è come lavare i piedi. E’ essere servo degli altri".
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