Servizio, non servitù: Francesco sulla questione femminile nella Chiesa
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Mi preoccupa il persistere nelle società di una certa mentalità maschilista, mi preoccupa che nella stessa Chiesa il servizio a cui ciascuno è chiamato, per le donne, si trasformi a volte in servitù.
Sono parole chiare quelle che Papa Francesco utilizza rivolgendosi ad una donna, Maria Teresa Compte Grau, scrittrice spagnola, autrice del libro “Diez cosas que el papa Francisco propone a las mujeres”, (Dieci cose che Papa Francesco propone alle donne), che sarà presentato il 7 marzo a Madrid.
Necessario approfondire l'identità femminile
Esprimendo gratitudine per il lavoro, “frutto della tua esperienza e della tua riflessione su diversi temi che riguardano e derivano dalla vocazione e dalla missione della donna”, Francesco ribadisce la necessità di “una rinnovata ricerca antropologica che includa i nuovi progressi della scienza e delle attuali sensibilità culturali per andare sempre più a fondo non solo nell’identità femminile, ma anche in quella maschile, per servire così meglio l’essere umano nel suo insieme”. Perché la realtà concreta lo richiede.
Servizio non servitù
Il Papa esprime quindi chiaramente la sua preoccupazione per “il persistere di una certa mentalità maschilista, perfino nelle società più avanzate, dove si consumano atti di violenza contro la donna, trasformandola in oggetto di maltrattamento, di tratta e di lucro, come pure di sfruttamento nella pubblicità e nell’industria del consumo e del divertimento. Mi preoccupa anche che, nella stessa Chiesa, - continua - il ruolo di servizio a cui ogni cristiano è chiamato, scivoli a volte, nel caso delle donne, verso ruoli più di servitù che di vero servizio”.
Da Maria uno 'stile' per tutti
Francesco dice dunque di sperare che il libro in uscita sia un contributo nella riflessione verso “una sensibilità e un riconoscimento più grandi della missione e della vocazione della donna” e apprezza che l’autrice non si sia dimenticata “di Maria, Benedetta tra le donne”. Da lei emerge infatti qualcosa di speciale che il Papa definisce ‘stile mariano’. “Uno stile che – scrive - invita tutta la Chiesa a essere Madre che ama tutti con tenerezza e affetto. Uomini e donne nella Chiesa non devono perdere di vista questa prospettiva oggi tanto cruciale”.
Lavorare per una teologia della donna
Più volte Papa è intervenuto sulla questione femminile all’interno della Chiesa e nell’introduzione al suo libro la scrittrice spagnola cita due occasioni. La prima, il 28 luglio 2013, durante il volo di ritorno a Roma da Rio de Janeiro, quando rispondendo ad una domanda di un giornalista di ‘Le Figaro’, Francesco ha risposto: “Credo che noi non abbiamo fatto ancora una profonda teologia della donna, nella Chiesa. Soltanto può fare questo, può fare quello, adesso fa la chierichetta, adesso legge la Lettura, è la presidentessa della Caritas... Ma, c’è di più! Bisogna fare una profonda teologia della donna».
La seconda occasione, durante un’intervista, quando rispondendo al gesuita padre Antonio Spadaro il Papa ha ribadito: “Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna. Solo compiendo questo passaggio si potrà riflettere meglio sulla funzione della donna all’interno della Chiesa».
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