Nigeria: Kaigama, dolore del Papa per uccisione sacerdoti e fedeli
Giada Aquilino – Città del Vaticano
“Crediamo che ci sia una collaborazione tra Boko Haram e i gruppi di pastori nomadi fulani”, responsabili secondo molti della strage avvenuta questa settimana nella Nigeria centrale, quando nel villaggio di Mbalom, nello Stato di Benue, sono stati uccisi due sacerdoti e almeno 16 fedeli subito dopo la celebrazione della Messa. A parlare è mons. Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos, proprio quando nelle ultime ore sono segnalati ulteriori attacchi. Il presule è reduce dall’udienza del Papa ai vescovi nigeriani in visita ad Limina, ieri in Vaticano.
L’udienza del Papa
“È stato un incontro fraterno”, racconta mons Kaigama, fino a poco tempo fa presidente della Conferenza episcopale della Nigeria, incarico ora ricoperto dall’arcivescovo Augustine Obiora Akubeze. “Per prima cosa, il Papa ha fatto le condoglianze al vescovo di Makurdi - a cui appartiene la chiesa di Mbalom attaccata martedì scorso, ndr - alla Conferenza episcopale e al popolo nigeriano”, riferisce mons. Kaigama. “Si vedeva - prosegue - che ci era molto vicino e sentiva dolore per quest’evento: sono state uccise persone che stavano pregando, tra queste c’erano due preti, e tutto ciò è impensabile, terribile, per noi è una cosa molto grave”.
Boko Haram e gruppi fulani
Nella Nigeria martoriata dalla furia degli estremisti islamici Boko Haram, che dal 2009 ha già provocato almeno 20 mila morti, si susseguono pure violenze per il controllo di acqua e terre agricole: in particolare nella parte centrale del Paese, bande di pastori nomadi di etnia fulani spesso attaccano persone e proprietà, scontrandosi con gruppi di agricoltori stanziali. “In questo momento - aggiunge il presule - possiamo dire che, come già in passato i fulani avevano attaccato la popolazione degli Stati di Benue, Taraba e Plateau, adesso hanno lanciato questo attacco quasi nella stessa maniera. Ora - sottolinea mons. Kaigama - è responsabilità del governo e dell’agenzia per la sicurezza dirci chi sono queste persone che hanno agito”. Le parole dell’arcivescovo precedono la nota in cui i presuli nigeriani scrivono che “è giunto il momento” che il Presidente Muhammadu Buhari “scelga di farsi da parte con onore per salvare la nazione dal collasso completo”.
Rischio di un nuovo Rwanda
C’è chi in queste ore teme, per il centro della Nigeria, un nuovo Rwanda. “E’ possibile”, denuncia il presule: “se le autorità, le agenzie di sicurezza non fanno molto, piano piano la gente diventa sempre più arrabbiata nel vedere i fratelli o i genitori uccisi. E questo rischia di provocare una reazione violenta”.
L’invito al Papa a recarsi in Nigeria
Anche per questo, conclude l’arcivescovo di Jos, “abbiamo invitato il Papa a venire da noi. La sua presenza in Nigeria può generare una vera rivoluzione spirituale”.
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