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Presidente Pax Christi: don Tonino Bello, profeta di pace

Il 20 aprile Papa Francesco sarà ad Alessano e Molfetta, nel 25.esimo anniversario della morte di mons. Tonino Bello. Intervista con mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, il movimento cattolico per la pace guidato anche dallo stesso vescovo pugliese

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Oggi “la pace ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante”, occorre, dunque, “una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista”, “non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno”, “non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo”. Don Tonino Bello fu nominato presidente nazionale di Pax Christi nel 1985, facendosi profeta di giustizia sulle vie della pace fino all’ultimo suo respiro. Il tumore che lo ha consumato prematuramente, il 20 aprile 1993, non impedì al vescovo di Molfetta di richiamare sempre le coscienze dei grandi della terra e degli uomini di buona volontà nel costruire la pace, che, ripeteva, “ha i suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali e i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste”.

Il testimone di don Tonino Bello

L’attuale presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Ricchiuti, ricorda con stima e gratitudine l’esempio di don Tonino Bello, rimarcando che ancora oggi “ci invita a coinvolgerci non solo con le parole”, ma integralmente e personalmente. “Nel cuore di tutti noi – precisa ai nostri microfoni – rimane l’invito a raccogliere il suo testimone, a proseguire la sua corsa”. Concretamente, prosegue, vuol dire “continuare nell’oggi, nelle dinamiche di guerra e di violenza, che sono sotto i nostri occhi tutti i giorni, continuare il cammino, formare le coscienze”, soprattutto “nelle scuole, tra i giovani”, perché il “dinamismo della non violenza” alla fine “genera pace”.

Il viaggio a Sarajevo

Tra i tanti gesti compiuti da don Tonino Bello nel segno della partecipazione concreta, di un impegno fattivo nelle vicende del tempo, è impossibile dimenticare il germoglio di pace che volle portare nella martoriata Sarajevo, quando la guerra infuriava ancora nella ex Jugoslavia. Quattro mesi prima di morire, insieme con 500 partecipanti, partecipò a una marcia nella città assediata, dal 7 al 13 dicembre 1992. Al suo ritorno scrisse un accorato appello: “A tutti diciamo: deponete le armi, sottraetevi all’oppressione dei mercanti della guerra. (…) E voi, responsabili dei Paesi più ricchi e potenti del mondo, dagli Stati Uniti d’America ai paesi dell’Europa, non sottraetevi alla responsabilità di influire in modo determinante, non con le armi che consolidano la vostra potenza e le vostre economie, ma con efficaci mezzi di pressione e di dissuasione, per fermare questa carneficina, che disonora insieme chi la compie e chi la tollera”.

L’Assemblea Nazionale di Pax Christi

Il 21 e il 22 aprile, subito dopo la visita pastorale di Papa Francesco, avrà luogo a Molfetta l’Assemblea Nazionale di Pax Christi, sul tema: “Le radici di sogni diurni. Dalla profezia alla prassi, sulle orme di don Tonino”. Sarà l’occasione per fare il punto sulle sfide future e per tracciare un parallelismo tra il presule pugliese e il Pontefice venuto “quasi dalla fine del mondo”. “Don Tonino è stato un vescovo, un pastore, che nel suo tempo non ha perso tempo”, sottoliena il presidente di Pax Christi: si “è fatto carico” delle urgenze, non “è rimasto indifferente”, “aveva uno sguardo profetico”. Oggi Papa Francesco insiste tanto sui “temi dell’accoglienza, soprattutto degli immigrati, della non violenza”. “Io vedo quasi un ideale ponte tra i due – conclude – sono arcate sulle quali veramente il popolo di Dio può camminare per annunciare il Vangelo della pace”.

Ascolta e scarica l'intervista con mons. Ricchiuti

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Le foto di don Tonino Bello
17 aprile 2018, 07:37