Il Papa inizia gli incontri con le vittime di abusi in Cile
“Il Santo Padre ha iniziato nel pomeriggio di venerdì 27 aprile gli incontri personali con le vittime di abusi commessi in Cile”: è quanto ha riferito il direttore della Sala Stampa vaticana Greg Burke.
Priorità del Papa: ascoltare e chiedere perdono
“Non è previsto il rilascio di alcun comunicato ufficiale sul contenuto degli incontri, per espresso desiderio del Papa: la sua priorità è ascoltare le vittime, chiedere il loro perdono e rispettare la riservatezza di questi colloqui”. “In questo clima di fiducia e riparazione per la sofferenza - conclude Greg Burke - la volontà di Papa Francesco è lasciare che gli invitati parlino tutto il tempo necessario, quindi non ci sono orari fissi né contenuti prestabiliti”.
L'annuncio degli incontri
Il 25 aprile scorso Greg Burke, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti, aveva spiegato che il Papa avrebbe accolto a Casa Santa Marta tre vittime di abusi: Juan Carlos Cruz, James Hamilton e Jose Andrés Murillo. “Il Papa – aveva detto il direttore della Sala Stampa vaticana - li ringrazia per aver accettato il suo invito: durante questi giorni di incontro personale e fraterno, desidera chiedere loro perdono, condividere il loro dolore e la sua vergogna per quanto hanno sofferto e, soprattutto, ascoltare tutti i loro suggerimenti al fine di evitare che si ripetano tali fatti riprovevoli”. Burke aveva sottolineato che il Papa “chiede preghiere per la Chiesa in Cile in questo momento doloroso, auspicando che questi incontri possano svolgersi in un clima di serena fiducia ed essere un passo fondamentale per rimediare ed evitare per sempre gli abusi di coscienza, di potere e, in particolare, sessuali in seno alla Chiesa”.
La lettera del Papa ai vescovi del Cile
Ricordiamo anche la lettera del Papa ai presuli del Cile, datata 8 aprile, a conclusione della missione degli inviati papali nel Paese, su casi di abusi sessuali da parte di uomini di Chiesa. Francesco riporta la "profonda impressione" che ha provato ricevendo l'informativa di mons. Charles Scicluna - arcivescovo di Malta e presidente del Collegio per l’esame di ricorsi e in materia di delicta graviora alla Sessione Ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, e di mons. Jordi Bertomeu, ufficiale della stessa Congregazione - che hanno svolto a New York e a Santiago del Cile un lavoro accurato ed "empatico" di ascolto di testimoni. E' profonda la gratitudine del Papa nei loro confronti, come nei confronti di chi ha "mostrato loro le ferite dell'animo".
Vite crocifisse
"Credo di poter affermare" - scrive il Pontefice ai vescovi - "che tutte le testimonianze raccolte parlano in un modo diretto, senza aggiunte né edulcorazioni, di tante vite crocifisse e vi confesso che questo mi provoca dolore e vergogna". Francesco parla di "abusi di coscienza", "di potere" e di "abusi sessuali" commessi da persone consacrate su minori "derubati" in tal modo della loro "innocenza".
Gravi equivoci di valutazione per una mancanza di informazione vera ed equilibrata
In relazione ai dubbi espressi dal Pontefice stesso sul caso di mons. Barros, in particolare nel colloquio avuto con i giornalisti sul volo di ritorno dal viaggio apostolico in Cile e Perù nel gennaio scorso, la missiva contiene una ammissione di errore. Francesco riconosce di essere incorso in "gravi equivoci di valutazione e percezione della situazione, specialmente a causa di una mancanza di informazione vera ed equilibrata". Il Santo Padre chiedeva "perdono" a tutte le persone che ha offeso.
Ristabilire fiducia rotta da errori e peccati
Francesco invita i vescovi cileni a lavorare insieme per ristabilire la fiducia nella Chiesa del Paese, "fiducia rotta dai nostri errori e peccati", e per sanare alcune" ferite che non smettono di sanguinare". "Vi scrivo", sono le parole di Francesco, “per sollecitare umilmente la vostra collaborazione e assistenza nelle misure che a breve, medio o lungo termine dovranno essere adottate per ristabilire la comunione ecclesiale in Cile, con l'obiettivo di riparare per quanto possibile lo scandalo e ristabilire la giustizia". A questo fine il Papa ha convocato i vescovi a Roma per "discutere" dell'esito della missione di mons. Scicluna e di mons. Bertomeu e delle conclusioni del Pontefice stesso.
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