La cittadella internazionale dei Focolari attende la visita del Papa
Adriana Masotti - Città del Vaticano
"Desideriamo che il Papa trovi tra noi un popolo che vive il Vangelo": così in un tweet Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, sintetizzava qualche giorno fa l'attesa e la speranza per l'ormai prossima visita di Francesco a Loppiano.
Sarà la prima visita di un Papa, non sono mancati invece, in precedenza, messaggi come ad esempio quello di San Giovanni Paolo II all'inaugurazione della chiesa, Maria Theotokos, ora santuario o, più di recente, di Papa Francesco per i 50 anni della cittadella.
Laboratorio di fraternità
Nata nel 1964, la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari conta oggi circa 850 abitanti di 65 nazioni. Ogni anno accoglie migliaia di visitatori ed è divenuta punto d'incontro tra popoli, culture e religioni. La componente internazionale e multiculturale fa di Loppiano un "laboratorio di fraternità" con oltre quarant'anni di esperienza. Prima nata delle 25 cittadelle dei Focolari sparse nel mondo, "Loppiano è un gesto profetico" - dice ai nostri microfoni l'economista Luigino Bruni, membro del Movimento:
R. – Loppiano rappresenta un luogo particolarmente generativo: è il luogo della formazione di come i rapporti possono essere rapporti di fraternità e di amicizia. Nel lavoro, a scuola, come oggi con l’università Sofia e il Polo industriale Lionello Bonfanti. Loppiano è una moderna abbazia: un luogo dello spirito, però tutto laico. È una città piena di giovani, di vita, di bambini. Così come, se uno vuol capire oggi cosa sono Francesco e il suo carisma, prima o poi deve passare per Assisi, per capire cosa sono Chiara Lubich e il suo carisma deve passare prima o poi per Loppiano.
Ma che cosa dice Loppiano al mondo?
R. – Innanzitutto dice che la spiritualità, la vita spirituale, il Vangelo, la fede, possono dar vita ad imprese, università e convivenze civili. Cioè che la religione è una faccenda essenzialmente laica: una faccenda sociale, universale, e non è qualcosa che vale solo per la preghiera o che ha i suoi luoghi speciali, come il tempio, la chiesa o la moschea. Ma è tutta una città che diventa, in qualche modo, tempio. Io ricordo ad esempio quando tornai a Loppiano dopo tanti anni e stavano costruendo sopra la nuova chiesa e sotto il Polo industriale. Ricordo che quando uscii dalla chiesa ed entrai al Polo Lionello, ancora in costruzione, ebbi lo stesso istinto di farmi il segno della croce, perché sentii la stessa presenza spirituale tanto in un polo di imprese che in una chiesa.
Insomma un Vangelo che ha a che fare con la vita quotidiana...
R. - Questo è Loppiano: la laicità della vita, la laicità della fede, del cristianesimo, dove – appunto – abbiamo Maria che, come raccontano i Vangeli, fu incontrata dall’angelo a casa, non nel tempio; dove i più grandi eventi vocazionali della Bibbia avvengono mentre le persone lavorano: Mosè che pascolava il gregge, Gedeone chiamato mentre lavorava e gli Apostoli mentre pescavano. Nella vita normale c’è l’incontro con la fede: questa è Loppiano. Loppiano è un luogo dove le persone fanno un’esperienza spirituale vivendo la vita, lavorando, mangiando, scherzando, giocando, cantando…
Per la prima volta un Papa a Loppiano. Che significato ha questa visita per voi?
R. – Significa molte cose. Innanzitutto è una gioia, perché è stata una iniziativa del Papa. Qualsiasi amico che ti visita è una gioia: se poi viene un amico a cui vuoi molto bene, un amico che sai che ha poco tempo e quel poco tempo lo dedica a te, la gioia si moltiplica. E poi è un segnale che questo è un Papa profetico, quindi guarda i segni profetici. Quindi è sensibile, cerca i luoghi della profezia viva oggi, perchè sa che oggi l’umanità ha bisogno di esempi, di luoghi, di gesti profetici dove vedere una umanità diversa. Così come ha bisogno della dispersione anonima dei cristiani nelle periferie per stare accanto semplicemente a chi soffre. Quindi il profilo profetico della Chiesa ha tante espressioni, ha anche i movimenti e anche questi luoghi dei movimenti.
Loppiano non è una fuga dal mondo: anche questo dirà la presenza del Papa?
R. - La visita di Francesco ha per noi anche questo significato, cioè il riconoscimento della ecclesialità di questa esperienza: Nomadelfia, Loppiano non sono dei luoghi chiusi, delle oasi, delle isole felici di gente che si chiude al mondo per star bene. E il Papa capisce che si va verso i poveri anche dando esempi, essendo un luogo aperto che accoglie tutti. Infine un altro messaggio di questa visita a Loppiano è legato allo sguardo di questo Papa per le cose concrete, quindi i luoghi del vivere, la gente che crea delle cose con il Vangelo. E questo lo spinge ad andare a visitare i luoghi dove si vive la concretezza evangelica e non solo a invitare le persone ad andare da lui in Vaticano.
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