Francesco a Nomadelfia: affidati due bimbi all’amore di due famiglie
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre”: con le parole rivolte sulla Croce da Gesù a Maria e a Giovanni, da anni a Nomadelfia si ripete il gesto di affidare i figli alle famiglie della comunità o alle “mamme di vocazione”, donne che in castità si offrono come madri per i piccoli orfani o per chi ha bisogno.
Il Papa compie il gesto di affidamento
All’interno del “Poggetto”, la casa nella quale si vive in famiglia, Francesco nell’intimità della cappellina compie il gesto di affidamento di due bambini ad altrettante famiglie. E’ la prima volta di un Papa. Il Pontefice rinnova così una tradizione che in passato molti hanno compiuto come il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster che, il 13 novembre 1949 nel Duomo di Milano, affida 36 bambini provenienti dal brefotrofio alle mamme di Nomadelfia. Il 19 gennaio 1984 il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, in visita nella comunità, affida durante la celebrazione della Messa 14 figli alle famiglie. Il 29 giugno 1986 il cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo di Frirenze, celebra 3 matrimoni, benedice una mamma di vocazione e consegna alle famiglie di Nomadelfia 22 nuovi figli.
La maternità, storia di un amore più grande
“L’accoglienza dei figli – fanno sapere da Nomadelfia - ci richiama ogni volta ad allargare i nostri orizzonti, a non chiuderci nei ristretti confini della parentela per esercitare la maternità e la paternità su tutti i figli, ma anche sui malati, sugli anziani. È un amore non più legato alla parentela biologica, ma un amore soprannaturale, che viene da Dio”.
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