I vescovi cileni rimettono al Papa i loro incarichi
Roberto Piermarini - Città del Vaticano
Questa mattina nell’Auditorium della Segreteria per la Comunicazione, a nome dei vescovi della Conferenza episcopale del Cile a Roma, mons. Fernando Ramos, segretario generale della conferenza episcopale cilena, e mons. Juan Ignacio Gonzales, vescovo della diocesi di San Bernardo, hanno letto ai giornalisti una dichiarazione in spagnolo e italiano aggiungendo poi una spiegazione sul testo letto. Dopo tre giorni di incontri con il Santo Padre e molte ore dedicate alla meditazione e alla preghiera, seguendo le sue indicazioni, i presuli cileni ringraziano Papa Francesco per il suo 'ascolto paterno e la sua correzione fraterna'. Ma soprattutto chiedono perdono per il dolore causato alle vittime, al Papa, al Popolo di Dio e al loro Paese, per i gravi errori e le omissioni da loro commessi.
I vescovi cileni ringraziano anche mons. Scicluna e don Jordi Bertomeu per la loro dedizione pastorale e personale, nonché per lo sforzo investito nelle ultime settimane per cercare di sanare le ferite della società e della Chiesa del loro Paese.
“Ringraziamo le vittime – affermano i vescovi - per la loro perseveranza e il loro coraggio, nonostante le enormi difficoltà personali, spirituali, sociali e familiari che hanno dovuto affrontare, unite spesso all'incomprensione e agli attacchi della stessa comunità ecclesiale. Ancora una volta imploriamo il loro perdono e il loro aiuto per continuare ad avanzare sul cammino della guarigione delle ferite, perché possano rimarginarsi”.
In secondo luogo, i vescovi presenti a Roma, per iscritto, hanno rimesso i loro incarichi nelle mani del Santo Padre, affinché decida lui liberamente per ciascuno di loro.
“Ci mettiamo in cammino – continuano i presuli nel loro comunicato - sapendo che questi giorni di dialogo onesto hanno rappresentato una pietra miliare di un profondo processo di cambiamento guidato da Papa Francesco. In comunione con lui, vogliamo ristabilire la giustizia e contribuire alla riparazione del danno causato, per dare nuovo impulso alla missione profetica della Chiesa in Cile, il cui centro sarebbe sempre dovuto essere in Cristo”.
“Desideriamo che il volto del Signore torni a risplendere nella nostra Chiesa e ci impegniamo per questo. Con umiltà e speranza chiediamo a tutti di aiutarci a percorrere questa strada. Seguendo le raccomandazioni del Santo Padre, imploriamo Dio che in queste ore difficili, ma piene di speranza, la Chiesa sia protetta dal Signore e dalla Madonna del Carmine".
Ieri Papa Francesco, nella lettera in lingua spagnola che ha consegnato a ciascuno dei 34 vescovi cileni, a conclusione dei quattro incontri tenutisi a partire da martedì scorso in Vaticano, aveva chiesto un “discernimento franco” di fronte ai “gravi fatti” che hanno “danneggiato la comunione ecclesiale” e “indebolito il lavoro della Chiesa del Cile negli ultimi anni”.
Le precisazioni alla Dichiarazione dei due vescovi cileni
Dopo aver letto la Dichiarazione, il Segretario generale della Conferenza episcopale del Cile mons. Fernando Ramos ha voluto ripercorrere i quattro incontri avuti con il Papa. “Nel primo incontro di martedì - ha spiegato ai giornalisti - Francesco ha letto le sue conclusioni sul rapporto stilato da mons. Scicluna dopo la sua missione in Cile. Il testo del Papa – ha detto – indica chiaramente una serie di atti assolutamente riprovevoli che si sono verificati nella Chiesa cilena in relazione agli abusi inaccettabili a livello di potere, di coscienza e di sesso. Nei tre incontri seguenti, ciascun vescovo – ha continuato mons. Ramos – ha potuto esprimere le proprie opinioni e le proprie reazioni su quello che aveva sottolineato il Papa. In questo contesto di dialogo e discernimento, nel trovare proposte per affrontare una crisi così grave, è maturata l’idea, per essere in sintonia con la volontà del Papa, che era opportuno dichiarare la nostra assoluta disponibilità a rimettere i nostri incarichi pastorali nelle sue mani. Si tratta di un gesto collegiale per assumere – non senza dolore – i gravi fatti accaduti e perché il Santo Padre possa liberamente disporre di tutti noi. Per iscritto - ha concluso – abbiamo manifestato questa disponibilità, rimettendo i nostri incarichi a disposizione del Papa. Così, nelle prossime settimane, potrò decidere se accettare o rifiutare quello che abbiamo segnalato”.
Dal canto suo mons. Juan Ignacio González, vescovo di San Bernardo, membro del comitato permanente della Conferenza episcopale del Cile, ha affermato che fino a quando il Santo Padre non prenderà una decisione, tutti i vescovi del Paese continuano ad essere nel pieno delle loro funzioni pastorali. Inoltre il Papa, se lo riterrà opportuno, può accettare immediatamente l’uscita di un vescovo. Può anche rifiutarla e pertanto rimarrebbe confermato nel suo incarico oppure può accettarla e renderla effettiva al momento della nomina della nuova autorità diocesana.
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