Ponti di preghiera per la pace, quattro anni fa l’iniziativa in Vaticano
Barbara Castelli – Città del Vaticano
“Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra”. Era l’8 giugno 2014. Nella suggestiva cornice dei Giardini Vaticani, a poche settimane dal suo pellegrinaggio in Terra Santa, Papa Francesco invita i presidenti Shimon Peres e Mahmoud Abbas per chiedere il dono della pace fra i popoli israeliano e palestinese. Dopo un incontro privato a Santa Marta, l’iniziativa “Invocazione per la pace” ha luogo alla presenza delle rispettive delegazioni e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I.
“Un minuto per la pace”
Sono trascorsi quattro anni da quello storico appuntamento e il fervore e le speranze per la pace, pur se non sempre sostenute dai fatti di cronaca, non hanno perso vigore. Il Forum internazionale di Azione Cattolica ripropone così l’iniziativa “Un minuto per la pace”: fermarsi per un minuto alle ore 13:00 per tornare a invocare il dono della pace, purtroppo ancora spezzata o minacciata in diverse regioni del mondo. L’iniziativa del Fiac è condivisa anche dall’Unione delle organizzazioni femminili cattoliche (Umofc), dall’Azione cattolica italiana, dall’Azione cattolica argentina e dalla Commissione nazionale Giustizia e pace della Conferenza episcopale argentina. Gli organizzatori vogliono, in particolare, ricordare nella preghiera quattro situazioni di conflitto e difficoltà, in paesi membri o osservatori del Fiac, verso cui, da tempo, manca la dovuta attenzione: Colombia, Myanmar, Ucraina e Burundi. La cartolina d’invito per questa iniziativa è disponibile in più di trenta lingue, dall’arabo al coreano, dal kiswahili al guarani, dal cinese al bulgaro. “L’intento è quello di coinvolgere il maggior numero di persone – sottolinea ai microfoni di Vatican News Maria Grazia Tibaldi, coordinatrice della segreteria del Fiac – in modo da far crescere una coscienza di pace”. (Ascolta l’intervista a Maria Grazia Tibaldi sull’iniziativa “Un minuto per la pace”).
Il potere della preghiera
La preghiera, insiste Maria Grazia Tibaldi, “dà quella forza per resistere lì dove si vive”, “per sentire la solidarietà dei propri fratelli nella fede, ma anche di tante persone che sanno che la pace è frutto della giustizia e, quindi, richiede il contributo di tutti e la testimonianza concreta nel quotidiano”. “La preghiera non è evasione”, aggiunge, “ma aiuto a cercare di cambiare la realtà” dall’interno, sapendo di “non essere soli”.
Ponti di preghiera verso Bari
In risposta all’invito del Pontefice, le organizzazioni promotrici di “Un minuto per la pace”, assicurano il proprio impegno per la preghiera incessante in preparazione all’incontro ecumenico del 7 luglio a Bari, voluto da Papa Francesco per riflettere e pregare insieme per la situazione drammatica in Medio Oriente. “L’obiettivo è quello di creare un ponte di preghiera verso Bari – ha aggiunto la coordinatrice della segreteria del Fiac – e siamo contenti che partecipino quest’anno anche i giovani riuniti a Panama, per preparare la Giornata mondiale della gioventù. I laici sono in prima linea nella costruzione della pace, ma soprattutto ai giovani è affidato questo compito”.
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