Film sul Papa proiettato all'Onu: incoraggiamento, dialogo e ascolto
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
“La capacità di dare visibilità alle idee”. E’ il tratto distintivo. La caratteristica che il Papa “possiede in modo egregio” e che le Nazioni Unite riconoscono e ammirano.
Sono le parole dell'arcivescovo Ivan Jurkovich, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra a margine della proiezione di Pope Francis: A Man of His Word, il film-documentario diretto da Wim Wenders e scritto dal regista stesso insieme David Rosier.
Un modo per prepararsi all'arrivo del Papa
L’evento, organizzato dalla Missione permanente della Santa Sede e dell’Honduras insieme alla Caritas Svizzera, l’Ordine di Malta e la Fondazione Caritas in veritate, si è svolto ieri sera al Palais des Nations in un interessante momento di preparazione all’ormai imminente viaggio del Pontefice a Ginevra per i 70 anni del Consiglio Ecumenico delle Chiese. “Ho visto molti ambasciatori, diplomatici di vari Paesi - dichiara mons. Dario Edoardo Viganò, assessore della Segreteria per la Comunicazione - stropicciarsi gli occhi quando, sulle note della canzone appositamente scritta da Patty Smith, si sono accese le luci in sala. Mi ha toccato il cuore: era il mantra ripetuto continuamente - prosegue - mentre attendevano di chiedere quando sarebbe uscito nel proprio Paese. Un modo bello per prepararsi alla visita del Papa, al pellegrinaggio che ricorderà i 70 anni dalla fondazione del WCC. Ancora un modo per riaffermare la bellezza del dialogo che nasce dall’ascolto reciproco e paziente”.
L'attesa per Francesco al WCC
E proprio sull’atteso arrivo a Ginevra di Papa Francesco “come pellegrino ecumenico”, per “camminare, pregare e lavorare insieme”, mons. Jurkovich specifica che “la figura del Pontefice” porterà “in questa circostanza” un “vero carattere di festa” e sarà proprio un vero incoraggiamento per tutte quelle persone che lavorano da tanto tempo con impegno e con altrettanta generosità . Sono sicuro - chiosa - che il ricordo di quanto avverrà, rimarrà alla storia”.
Wenders: "quel suo guardare negli occhi"
“Nemmeno nei miei sogni più arditi avrei mai immaginato di girare un film su Papa Francesco. Quando ho ricevuto la lettera con l’invito a venire in Vaticano per discutere della possibilità di girare un film sul Papa con mons. Dario Viganò, per prima cosa ho tirato un respiro profondo, poi sono andato a fare il giro del palazzo”. A Vatican News, Wim Wenders raccontava così la sua reazione a “quella proposta”. A tre mesi di distanza, durante la conferenza stampa di ieri, si è soffermato invece su “quello sguardo” che il Papa ha per tutti. “Durante la prima intervista - ha spiegato il regista - il Papa è passato a salutarci uno per uno, dagli operatori, a chi tira i cavi, ai fotografi e così via. Questo dice molto - ha sottolineato - sulla sua attenzione alla persona e su quel suo guardare negli occhi”. Una caratteristica che nel film emerge in modo molto evidente grazie alla tecnica di ripresa usata da Wenders. “Quando Papa Francesco ha visto il set - ricorda il regista - ha detto: ‘Ma qui c’è solo una poltrona. Per un’intervista bisogna essere in due’. E’ a quel punto che gli ho spiegato che avrebbe sì parlato con una persona, ma attraverso uno schermo perché l’idea era che il Papa guardasse direttamente di fronte a sé, dando proprio l’idea di come lui agisce: ascoltare molto, parlare poco, dire il giusto e soprattutto guardare negli occhi".
Cifre e date
"Papa Francesco. Un Uomo di Parola", è uscito ieri - 18 giugno - in Germania, Austria e Stati Uniti. In Germania - 500 le sale che lo hanno proiettato - dopo il Blockbuster di Guerre Stellari e Jurassic Park, è secondo per incassi. A settembre, prevista la distribuzione in Francia e Italia.
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