Papa: la strada dell’unità contro ogni guerra e divisione
Cecilia Seppia - Città del Vaticano
Lo scorso mercoledì prima dell’udienza generale, per circa un’ora, Papa Francesco ha ricevuto, nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, una delegazione del Patriarcato ortodosso di Mosca guidata dal metropolita Hilarion di Volokolamsk. Un incontro importante e un colloquio franco volto a ribadire i cardini dell’ecumenismo, il cui contenuto è stato reso noto oggi dalla Sala Stampa vaticana. (Ascolta)
La strada dell'unità contro ogni divisione
La strada dell’unità è l’unica strada sicura – ha esordito Francesco - nel saluto ai membri della delegazione, esprimendo gioia per ogni iniziativa di incontro che aiuta a vivere la fede e a camminare insieme.
Sono contento di fare con voi la strada dell’unità: l’unica strada che ci promette qualcosa di sicuro, perché la strada della divisione ci porta alle guerre e alla distruzione. E davanti a voi io vorrei ribadire – in modo speciale davanti a te, caro fratello, e davanti a tutti voi – che la Chiesa cattolica mai permetterà che dai suoi nasca un atteggiamento di divisione. Noi mai ci permetteremo di fare questo, non lo voglio.
La Chiesa non vuole un altro Patriarcato
Di fronte a chi si ostina ad imbracciare “la bandiera dell’uniatismo”, che “non funziona più” ha detto il Papa ed è “per me è anche un dolore”, il Santo Padre ha rimarcato che “a Mosca e in Russia c’è un solo Patriarcato: il vostro” e “noi non ne avremo un altro”.
Si devono rispettare le Chiese che sono unite a Roma, ma l’uniatismo come cammino di unità oggi non va. Invece a me dà consolazione quando trovo questo: la mano tesa, l’abbraccio fraterno, pensare insieme, e camminare. L’ecumenismo si fa camminando. Camminiamo!
Camminare nella carità
Dunque camminare insieme, senza attendere, come molti sostengono un “accordo dottrinale” su tutti quelli che sono ancora “i punti di divisione”, sulle questioni irrisolte, ma mettersi piuttosto sotto il vento dell’ecumenismo che prevede un cammino nel solco del dialogo e della preghiera:
Noi dobbiamo continuare a studiare la teologia, a chiarire i punti… Si cammina e si fa anche questo, ma camminare nella carità, nella preghiera... Preghiera insieme, gli uni per gli altri, nel dialogo. Questo fa tanto bene.
Rispetto e pietà
Francesco è tornato poi con la memoria all’incontro storico, foriero di pace e riconciliazione avuto con il Patriarca Kirill, che definisce “un fratello” con il quale spiritualmente poter camminare insieme. Quindi ha concluso ponendo l’accento su due fronti. Primo il rispetto e la non ingerenza:
La Chiesa cattolica, le Chiese cattoliche non devono immischiarsi nelle cose interne della Chiesa ortodossa russa, neppure nelle cose politiche. Questo è il mio atteggiamento, e l’atteggiamento della Santa Sede oggi. E coloro che si immischiano non obbediscono alla Santa Sede.
Secondo punto, la pietà che si esprime nella preghiera personale e nella preghiera gli uni per gli altri. Il Pontefice ha confidato di pregare ogni sera e ogni mattina davanti alla reliquia di San Serafim, regalatagli proprio dal Patriarca Kirill.
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