Papa: nello sport come nella vita vale il gioco di squadra
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Un papà e suo figlio, due tiri a un pallone sull’erba del parco e tanti sorrisi. Il punto decisivo che regala la vittoria alla squadra e l’entusiasmo ai tifosi. C’è un profondo legame tra il privato e il pubblico di un momento di sport, tra il gesto tecnico sul campetto o in una palestra di periferia e quello compiuto sotto milioni di sguardi. È l’aver dato “il meglio di sé”, averlo fatto gareggiando con altri, e quasi non importa se all’orizzonte del campetto si vede il fumo delle bombe o se le nazioni di due atleti che si abbracciano sul podio sono nemiche.
Insieme alla meta
Lo sport, torna a ripetere il Papa, è “un luogo di incontro tra le persone”, è un “ambito privilegiato” senza “distinzioni di razza, sesso, religione o ideologia” dove si può “sperimentare la gioia di competere per raggiungere una meta insieme” . Francesco annota i suoi pensieri in una lettera indirizzata al cardinale Kevin Farrell che accompagna l’ultimo documento pubblicato dal Dicastero per i Laici, la famiglia e la Vita guidato dal porporato.
Il Papa riconosce che lo sport funziona da “catalizzatore di esperienze di comunità e di famiglia umana” e sottolinea con entusiasmo come “i grandi risultati, nello sport come nella vita” si ottengono “in squadra”.
Sviluppo integrale
Dire sport è dire giovani. Francesco sa da molti anni, e lo riafferma, che il “sano agonismo” a qualsiasi livello favorisce “lo sviluppo integrale della persona”. La trama di una competizione, scrive, stimola “la generosità, l’umiltà, il sacrificio, la costanza e l’allegria”. Arriva a insegnare “la solidarietà con gli altri”, addirittura lo sport è un “mezzo di missione e santificazione”. Può “aprire la strada verso Cristo in quei luoghi o ambienti dove per vari motivi – osserva – non è possibile annunciarlo in maniera diretta; e le persone, con la loro testimonianza di gioia, praticando lo sport in forma comunitaria possono essere messaggere della Buona Notizia”.
Oltre il limite
Anche per aspirare alla santità bisogna “dare il meglio di sé”. Francesco ricorda di aver usato questa espressione nella recente Lettera Gaudete et exsultate e sprona la Chiesa ad “approfondire la stretta relazione che esiste tra lo sport e la vita”, affinché “lo sforzo di superarsi in una disciplina atletica – auspica il Papa – serva anche da stimolo per migliorare sempre come persona in tutti gli aspetti della vita”. “Lo sport – conclude Francesco – è una ricchissima fonte di valori e virtù che ci aiutano a migliorare come persone. Come l’atleta durante l’allenamento, la pratica sportiva ci aiuta a dare il meglio di noi stessi, a scoprire senza paura i nostri limiti, e a lottare per migliorare ogni giorno”.
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