Angelus, Papa: non restiamo spettatori distaccati al grido di fame del mondo
Gabriella Ceraso- Città del Vaticano
Gesù sfama le folle lungo il lago di Tiberiade: è il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, la pagina del Vangelo di Giovanni di questa XVII domenica del Tempo ordinario. I fedeli in Piazza San Pietro, nonostante il caldo afoso, con lo sguardo rivolto alla finestra dello studio del Palazzo apostolico, attendono le parole di Francesco. " Siete coraggiosi!" dice il Papa salutandoli e poi a tutti lascia un' immagine e una frase che è anche un esame di coscienza.(Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Abbiate compassione come il giovane coraggioso
Pochi denari, è "quanto possedevano Gesù e gli apostoli"- commenta il Papa prendendo la parola per la consueta riflessione prima dell'Angelus- di fronte alla "grande folla" che li seguiva sulla montagna, presso l'altra riva del Mare di Galilea. E' lì che un giovane portato da Andrea, si fa avanti e mette a disposizione cinque pani e due pesci. Questa è l'immagine che Francesco consegna ai fedeli, un ragazzo coraggioso mosso dalla compassione, la stessa di Gesù:
Bravo il ragazzo! Coraggioso il ragazzo! Lui, anche lui, vedeva la folla; anche vedeva i cinque pani. Dice: “Ma io ho questo, se serve sono a disposizione”. Questo ragazzo ci fa pensare un po’ a noi… Quel coraggio: i giovani sono così, hanno coraggio. Dobbiamo aiutarli a portare avanti questo coraggio.
Gesù attento ai bisogni delle persone
Dunque di fronte alle folle, e nonostante la difficoltà, narra ancora il Vangelo, "Gesù ordina ai discepoli di far sedere la gente, poi prende quei pani e quei pesci, rende grazie al Padre e li distribuisce (cfr v. 11), e tutti possono avere cibo a sazietà". E' "Gesù, attento ai bisogni primari delle persone", come nella pagina evangelica di domenica scorsa:
L’episodio scaturisce da un fatto concreto: la gente ha fame e Gesù coinvolge i suoi discepoli perché questa fame venga saziata. Questo è il fatto concreto.Alle folle, Gesù non si è limitato a donare questo – ha offerto la sua Parola, la sua consolazione, la sua salvezza, infine la sua vita –, ma certamente ha fatto anche questo: ha avuto cura del cibo per il corpo.
L'annuncio di Cristo chiede l'impegno della solidarietà
Come discepoli di Cristo, davanti al suo operato, osserva quindi il Papa, "non possiamo far finta di niente". Infatti, spiega, soltanto "ascoltando le più semplici richieste della gente e ponendosi accanto alle loro concrete situazioni esistenziali si potrà essere ascoltati quando si parla di valori superiori". Noi siamo dunque, nel pensiero di Francesco, strumenti di quell' "amore di Dio per l’umanità affamata di pane, di libertà, di giustizia, di pace, e soprattutto della sua grazia divina", che "non viene mai meno":
Pertanto, il Vangelo ci invita ad essere disponibili e operosi, come quel ragazzo che se ne accorge di avere cinque pani, e dice: “Ma, io dò questo, poi tu vedrai”. Di fronte al grido di fame – ogni sorta di “fame” – di tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo, non possiamo restare spettatori distaccati e tranquilli. L’annuncio di Cristo, pane di vita eterna, richiede un generoso impegno di solidarietà per i poveri, i deboli, gli ultimi, gli indifesi. Questa azione di prossimità e di carità è la migliore verifica della qualità della nostra fede, tanto a livello personale, quanto a livello comunitario.
Nessuna risorsa vada perduta
Dunque Gesù riesce a sfamare la folla, tutti "furono saziati", scrive l'apostolo Giovanni al termine del racconto, ma non basta. "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto", sono le ultime parole di Gesù, la "frase" che Francesco lascia ai fedeli per riflettere, una sorta di "esame di coscienza" che fa insieme a loro:
Ognuno di noi pensi: il pasto che avanza a pranzo, a cena, dove va? A casa mia cosa si fa con il pranzo avanzato? Si butta? No. Se tu hai questa abitudine, ti dò un consiglio: parla con i tuoi nonni che hanno vissuto il Dopoguerra, e chiedigli che cosa facevano col pasto avanzato. Non buttare mai il pasto avanzato. Si rifà o si dà a chi possa mangiarlo, a chi ha bisogno. Mai buttare il pasto avanzato. Questo è un consiglio e anche un esame di coscienza: cosa si fa a casa col pasto che avanza.
Sì ai programmi di sviluppo no agli armamenti e alle guerre
Da qui la preghiera finale del Papa:
Preghiamo la Vergine Maria, perché nel mondo prevalgano i programmi dedicati allo sviluppo, all’alimentazione, alla solidarietà, e non quelli dell’odio, degli armamenti e della guerra.
Appello contro la tratta di persone
Al termine dell'Angelus, prima dei saluti ai pellegrini presenti in Piazza San Pietro, il Papa ha rivolto un appello contro la tratta di persone alla vigilia della Giornata mondiale dedicata a questa "piaga".
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