Francesco all'Angelus: il cristiano non può essere ipocrita
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Oggi vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto.
Dal sagrato di Piazza San Pietro e davati ai 70 mila giovani arrivati a Roma per incontrarlo, il Papa ha lanciato il suo invito e la sua speranza perchè proprio da loro nasca un mondo capace di "aderire al bene":
Non basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c'è.
Cristiani audaci
È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene, “camminando nella carità”, secondo il monito di San Paolo.
Il mandato del Papa fa appello al coraggio nonostante i timori, al sogno nonostante le tentazioni di una vita più comoda perchè Francesco ha fiducia nella forza di questi ragazzi "per natura" "dinamici, appassionati e coraggiosi", arrivati a piedi da lontano e nell'intercessione della Beata Vergine Maria:
Cari giovani, in questi giorni avete camminato molto! Perciò siete allenati e posso dirvi: camminate nella carità! Camminate nell'amore e camminiamo insieme verso il prossimo Sinodo dei Vescovi.
Testimoniate la gioia della fraternità
Nel dopo Angelus, il saluto del Papa e il ringraziamento ai sacerdoti e alle suore per il lavoro quotidiano con i giovani. Personale gratitudine espressa anche alla Conferenza Episcopale Italiana, al cardinale Bassetti promotore dell'incontro e, riprendendo poi le fila del discorso con i giovani, ha così concluso:
Facendo ritorno nella vostre comunità, testimoniate ai vostri coetanei, e a quanti incontrerete, la gioia della fraternità e della comunione che avete sperimentato in queste giornate di pellegrinaggio e di preghiera. A tutti auguro un buon rientro a casa.
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