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Papa a autorità: famiglia, migrazioni e piaga degli abusi. Mai dimenticare il Vangelo

La visita al Presidente Higgins, l'incontro con le autorità: i primi atti ufficiali del 24esimo viaggio apostolico di Francesco in Irlanda. Misure efficaci per debellare il crimine ripugnante dell'abuso sui minori, crisi migratoria, difesa della vita e della famiglia, pace duratura nel Paese, i temi al centro del primo discorso

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

E’ il capo di Stato Michael Higgins con la moglie Sabine Coyne ad accogliere il Papa dopo 40 anni dalla visita di San Giovanni Paolo II. Alle 11.15 ora locale, Francesco arriva nella Residenza presidenziale, conosciuta anche come la “Casa Bianca” d’Irlanda. Gli inni, gli onori alle bandiere, il saluto col picchetto delle guardie, le foto di rito scandiscono questo primo atto protocollare. Subito dopo, nella State Appointment Room, l’incontro privato tra Francesco e il Presidente Higgins, con la firma sul libro d’onore, il consueto scambio dei doni e la consegna da parte del Pontefice della medaglia di questo 24esimo viaggio apostolico, che su un lato riporta lo stemma papale e sull’altro la figura di San Patrizio mentre stringe nella mano destra il trifoglio, simbolo dell’Irlanda.

Al termine dell’incontro privato, nel giardino della Residenza il Santo Padre pianta un albero come ricordo della visita, auspicio di pace e speranza e segno di una stagione nuova per il Paese e poi saluta una famiglia di rifugiati e un'altra famiglia, irlandese, che ha fatto la scelta di aprire le porte della propria casa agli immigrati, ospitandoli ed aiutandoli.

Famiglia, migrazioni, abusi

Pochi minuti dopo, percorrendo appena 5 km di strada, Francesco arriva al Castello di Dublino, una fortezza situata nel cuore della città sulla sponda meridionale del fiume Liffey per incontrare le autorità, la società civile e il corpo diplomatico e una delegazione dell’Irlanda del Nord che egli menziona subito con affetto nel suo primo discorso ufficiale.  Parole appassionate sulla storia del Paese, sulla famiglia e la necessità di difenderla dagli attacchi e dalle difficoltà che da ogni parte la sferzano;  sulla crisi migratoria e l’urgenza di soluzioni sagge, infine sul grave scandalo degli abusi sessuali sui minori da parte di membri della Chiesa.

Sofferenza e vergogna

Il fallimento delle autorità ecclesiastiche – vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri – nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti, ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica. Io stesso condivido questi sentimenti. Il mio predecessore, Papa Benedetto, non risparmiò parole per riconoscere la gravità della situazione e domandare che fossero prese misure «veramente evangeliche, giuste ed efficaci» in risposta a questo tradimento di fiducia. Il suo intervento franco e deciso continua a servire da incentivo agli sforzi delle autorità ecclesiali per rimediare agli errori passati e adottare norme stringenti volte ad assicurare che non accadano di nuovo. 

Proteggere i minori

Eliminare a tutti i costi "questo flagello nella Chiesa", ripete Francesco, facendo riferimento alla recente Lettera al Popolo di Dio sullo scandalo degli abusi sessuali commessi in ogni Paese del mondo. Ogni bambino è infatti dono prezioso di Dio da custodire - afferma a gran voce - mentre ribadisce che la Chiesa d’Irlanda ha svolto nel passato e nel presente un ruolo di promozione del bene dei più piccoli “che non può essere oscurato”.

È mio auspicio che la gravità degli scandali degli abusi, che hanno fatto emergere le mancanze di tanti, serva a sottolineare l’importanza della protezione di minori e adulti vulnerabili da parte dell’intera società. In questo senso, siamo tutti consapevoli dell’urgente necessità di offrire ai giovani un saggio accompagnamento e valori sani per il loro cammino di crescita.

Testimonianza profetica

Poco prima aveva manifestato la sua gioia per questo nono Incontro mondiale delle Famiglie descrivendolo come “una testimonianza profetica del ricco patrimonio di valori etici e spirituali, che è compito di ogni generazione custodire e proteggere”, soprattutto di fronte alle costanti minacce che la famiglia subisce ad ogni livello con il dissesto del matrimonio e della vita quotidiana.

La famiglia è il collante della società; il suo bene non può essere dato per scontato, ma va promosso e tutelato con ogni mezzo appropriato. È nella famiglia che ciascuno di noi ha mosso i primi passi nella vita. Lì abbiamo imparato a convivere in armonia, a controllare i nostri istinti egoistici, a riconciliare le diversità e soprattutto a discernere e ricercare quei valori che danno autentico significato e pienezza alla vita.

Unica famiglia di popoli

Il Papa insiste sui legami dell’umanità che vanno consolidati per fare del mondo un’unica famiglia di popoli; e forte è la sua chiamata all’unità e alla solidarietà, specialmente nei riguardi dei fratelli e delle sorelle più deboli, per contrastare i mali persistenti dell’odio razziale, della violenza, del divario tra ricchi e poveri, del disprezzo per la dignità e i diritti umani.

Quanto bisogno abbiamo di recuperare, in ogni ambito della vita politica e sociale, il senso di essere una vera famiglia di popoli! E di non perdere mai la speranza e il coraggio di perseverare nell’imperativo morale di essere operatori di pace, riconciliatori e custodi l’uno dell’altro.

Pace per l’Irlanda

Tale sfida – afferma Francesco – ha una risonanza particolare in Irlanda, considerando il lungo conflitto che ha separato fratelli e sorelle e che è stato sanato dalla firma, 20 anni fa, dell’Accordo del Venerdì Santo. Ringrazia per la pace raggiunta ma esprime anche speranza che essa vinca ogni ostacolo residuo, favorendo così la nascita di un futuro di concordia e riconciliazione. Senza la pace che sgorga dalla conversione dei cuori, “l’ideale di una famiglia globale di nazioni, incalza Papa Bergoglio, rischia di diventare un vuoto luogo comune” favorendo piuttosto il diffondersi della cultura dello scarto che rende indifferenti verso i poveri e gli indifesi, “compresi i non nati, privati dello stesso diritto alla vita”.

Sfida migratoria

Forse la sfida che più provoca le nostre coscienze in questi tempi è la massiccia crisi migratoria, che non è destinata a scomparire e la cui soluzione esige saggezza, ampiezza di vedute e una preoccupazione umanitaria che vada ben al di là di decisioni politiche a breve termine.

Relazioni diplomatiche

Il Papa chiude lodando l’impegno e gli sforzi fatti per costruire solide relazioni tra la Santa Sede e il libero Stato d’Irlanda che poggiano su quella storia millenaria del messaggio cristiano, predicato da Palladio e Patrizio, trasmesso poi da santi e studiosi tra cui Columba, Colombano, Brigida, Gallo, Killian, Brendan e molti altri, onorati in tutta l’Europa e non solo. Mai perdere e dimenticare le vibranti melodie del messaggio cristiano che hanno sostenuto l’Irlanda e continuano a sostenerla: è l’auspicio finale di Francesco.

Il messaggio cristiano

Oggi come in passato, uomini e donne che abitano questo Paese si sforzano di arricchire la vita della nazione con la sapienza nata dalla fede.  Anche nelle ore più buie dell’Irlanda, essi hanno trovato nella fede la sorgente di quel coraggio e di quell’impegno che sono indispensabili per forgiare un avvenire di libertà e dignità, giustizia e solidarietà. Il messaggio cristiano è stato parte integrante di tale esperienza e ha dato forma al linguaggio, al pensiero e alla cultura della gente di quest’isola.

 

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25 agosto 2018, 13:07