Un Sinodo in ascolto di tutti i battezzati
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Comunione, collegialità, coinvolgimento e ascolto di tutto il Popolo di Dio, ecumenismo. Sono le caratteristiche e allo stesso tempo le chiavi di lettura della Costituzione Apostolica “Episcopalis communio” di Papa Francesco sulla struttura del Sinodo dei Vescovi, presentata oggi in Sala Stampa Vaticana con gli interventi del segretario generale dell’organismo, il card. Lorenzo Baldisseri, il sottosegretario mons. Fabio Fabene e il prof. Dario Vitali, consultore e ordinario di Teologia Dogmatica nella Pontificia Università Gregoriana.
Sulla scia del Concilio
Rimanendo saldo nella tradizione segnata dal Concilio Vaticano II, “grembo generativo del Sinodo dei Vescovi”, Papa Francesco riconferma il dovere del Collegio episcopale nei confronti delle necessità del Popolo di Dio e della comunione fra tutte le Chiese. “Per Papa Francesco – ha sottolineato il card. Baldisseri – si tratta di riplasmare profondamente tutte le strutture ecclesiali, perché diventino “più missionarie”, cioè più sensibili ai bisogni delle persone, più aperte al nuovo che avanza, più duttili in un’epoca di rapide trasformazioni”.
Fondamentale per il Pontefice, il richiamo al II capitolo di Lumen gentium, la seconda delle quattro Costituzioni dogmatiche del Concilio ecumenico Vaticano II: “Il Sinodo non vive pertanto separato dal resto dei fedeli. Esso, al contrario, è uno strumento adatto a dare voce all’intero Popolo di Dio proprio per mezzo dei Vescovi, costituiti da Dio autentici custodi, interpreti e testimoni della fede di tutta la Chiesa”.
Il coinvolgimento del Popolo di Dio
Tutto il Popolo di Dio, nella diversità dei suoi membri, è dunque coinvolto. In virtù di ciò, spiega mons. Fabio Fabene, il Sinodo si trasforma da “evento a processo” in cui tutto il Popolo di Dio è ascoltato e chiamato a farne parte.
Un processo che prevede diverse fasi prima del Documento finale per il quale sono previste alcune novità, come spiegato da mons. Fabene: “Dopo che esso sarà stato approvato dall’Assemblea e offerto al Papa, questi potrà decidere se approvarlo (nel caso ordinario di un’Assemblea di natura consultativa) o ratificarlo e promulgarlo (nel caso straordinario di un’Assemblea di natura deliberativa). In entrambi i casi - prosegue - il Documento finale parteciperà del Magistero Ordinario del Successore di Pietro, acquistando dunque una specifica autorità magisteriale”.
La nuova Costituzione e il Sinodo dei giovani
Tra gli aspetti più significativi, quello che, in caso di Sinodo con potestà deliberativa, il Documento ratificato dal Papa verrà pubblicato con la firma di tutti i Padri sinodali, altra analogia con il Concilio ecumenico.
La nuova Costituzione Apostolica verrà applicata per la prima volta al Sinodo di ottobre dedicato ai giovani: occasione per ‘sintonizzarsi’ sui bisogni e le attese del Popolo di Dio in questo particolare periodo storico che sta vivendo la Chiesa.
Con la Costituzione Apostolica “Episcopalis communio”, Papa Francesco rimane fedele al Concilio Vaticano II e al desiderio di interrogarsi e rinnovarsi su questioni fondamentali e vitali per il suo cammino. “Un limite a lungo andare era però emerso”, spiega il prof. Dario Vitali: “Si trattava di eventi ‘per addetti ai lavori’, che cadevano dall'alto nella vita del Popolo di Dio. La Costituzione Episcopalis communio manifesta l'intento di includere tutti i battezzati nel processo sinodale: l'art. 5 sulla consultazione del Popolo di Dio costituisce una novità decisiva in questa direzione. Novità che riprende e attua quanto diceva il Concilio sulla partecipazione del Popolo di Dio alla funzione profetica di Cristo (cfr. Lumen gentium 12), mediante l'esercizio del sensus fidei di tutti i battezzati”.
Sinodo e Chiesa
Oltre alle novità, all’attenzione di Papa Francesco al sensus fidei del Popolo di Dio, nell’Episcopalis communio emerge la similitudine tra Sinodo e Chiesa che si contrappone all’accusa mossa nei confronti del Concilio Vaticano II di aver spezzato il filo che teneva legata la Chiesa alle sue origini. Al contrario, emerge l’adesione a quanto si dichiara in Lumen gentium riguardo alla Chiesa sinodale.
Ma “la novità più sostanziale”, sottolinea Vitali, riguarda “il successore di Pietro, che permette di avviare e portare ad effetto il processo sinodale”. Sulla sinodalità, come dichiarato da Papa Francesco, “la Chiesa ha molto da imparare dalle Chiese ortodosse che l'hanno conservata nella loro prassi ecclesiale”. Un nuovo profilo del ministero petrino capace di portare a compimento la sinodalità come “forma di cammino della Chiesa”, sarà dunque possibile, solo attraverso un cammino in comune: garanzia del raggiungimento del Regno di Dio.
La dimensione ecumenica
Per questo, a conclusione del testo c’è la dimensione ecumenica. “Papa Francesco - ha affermato il card. Baldisseri - si mostra convinto che - attraverso la debita valorizzazione della dimensione sinodale della Chiesa, che reclama il protagonismo di tutti i Battezzati, e al suo interno della dimensione collegiale dell’episcopato, che rilegge la dottrina sul primato in chiave comunionale – potrà finalmente avviarsi quella «conversione del papato» già auspicata da San Giovanni Paolo II (cfr. Ut unum sint 95; anche Evangelii gaudium 32) e a cui i nostri Fratelli ortodossi e protestanti guardano con vivo interesse”.
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