Viaggio del Papa a Palermo, mons. Lorefice: don Pino esempio massimo di fede
Michele Raviart - Palermo
“Non siamo qui per un atto celebrativo, ma siamo qui come vostri servitori. Abbiamo una grossa responsabilità e ce la sentiamo. Voi ce ne dovete chiedere conto con la libertà che è tipica di voi giovani”. Così mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo si è rivolto ai ragazzi e ai presenti durante l’inaugurazione dell’anno scolastico all’istituto don Giuseppe Puglisi di Brancaccio, la scuola che don Pino aveva sempre voluto nel quartiere, ma che non ha mai potuto vedere.
Il sangue di Palermo non è stato vano
Alla vigilia dell’arrivo di Papa Francesco e alla presenza del presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, mons. Lorefice ha ricordato il sacrificio di don Pino, ucciso dalla mafia 25 anni fa e la sua massima testimonianza di fede. “Ci troviamo in una Palermo che conosce i fiumi di sangue versati in nome della giustizia, della legalità e della fede. Questo fiume di sangue non è stato vano. E’ un fiume che è stato versato perché c’è chi ha creduto alle istituzioni della nostra Italia”, ha detto l’arcivescovo, un’Italia che per onorare il sangue dei martiri deve essere “accogliente, autentica e libera”.
Il premier Conte: la legalità conviene
“E’ più conveniente percorrere i sentieri della legalità che affrontare le scorciatoie che prefigurano dei guadagni facili. E’ più corretto resistere e superare le paure”: ha poi affermato Giuseppe Conte, che è stato accolto dall’orchestra della scuola e che ha ricevuto dai ragazzi la lettera che padre Puglisi scrisse nel 1992 all’allora sindaco di Palermo Aldo Rizzo per chiedere una scuola media a Brancaccio.
L’eredità di don Pino
Tra i presenti anche il fratello di padre Puglisi, Francesco e il presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale, che insieme ai volontari ha ereditato l’impegno del Beato nell’istruzione dei bambini e dei ragazzi.
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