Papa a Benedettine: accoglienza e preghiera per chi soffre fame, guerra e ingiustizie
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Il Papa accoglie in Vaticano, nella Sala del Concistoro, le 120 religiose dai 5 continenti, partecipanti al Simposio dell’Unione internazionale delle Benedettine quest’anno sul tema “Tutti siano accolti come Cristo”. Dopo il saluto dell’abate primate, Francesco, nel suo discorso, subito rievoca lo spirito e il carisma di San Benedetto, che dopo 1500 anni continua ad operare nella Chiesa e nel mondo, e la Regola del Santo che ha impresso all’Ordine una spiccata vocazione all’ospitalità e all’obbedienza, facendo proprio il comportamento di Gesù descritto nel Vangelo di Matteo, quando dice: “Ero straniero e mi avete accolto”.
Accoglienza e tenerezza
Oggi nel mondo ci sono molte persone che cercano di vivere la tenerezza, compassione, la misericordia e l’accoglienza di Cristo nella loro vita. Ad esse voi offrite il dono prezioso della vostra testimonianza, quando vi fate strumenti della tenerezza di Dio per coloro che sono nel bisogno. La vostra accoglienza verso persone di differenti tradizioni religiose contribuisce a portare avanti con unzione spirituale l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Da secoli i luoghi benedettini – prosegue il Papa – sono luoghi di accoglienza, preghiera e generosa ospitalità, quindi auspica che questo Simposio possa individuare nuove modalità con cui continuare, nonostante la difficoltà dei tempi, questa “essenziale opera evangelica”. L’accoglienza concreta, le opere dunque, ma anche – ribadisce Francesco - la preghiera, che può essere di lode, di ringraziamento o di supplica, perché il motto benedettino recita:“Ora et labora”.
La preghiera
Ogni giorno, la vostra preghiera arricchisce, per così dire, il “respiro” della Chiesa. E’ preghiera di lode, con cui date voce all’umanità intera e anche al creato. E’ preghiera di ringraziamento per gli innumerevoli e continui benefici del Signore. E’ preghiera di supplica per le sofferenze e le ansie degli uomini e delle donne del nostro tempo, specialmente dei poveri. E’ preghiera di intercessione per quanti soffrono ingiustizie, guerre e violenze, e vedono violata la loro dignità. Voi non incontrate fisicamente queste persone, ma siete loro sorelle nella fede e nel Corpo di Cristo. Il valore della vostra preghiera non si può calcolare, ma è sicuramente un regalo preziosissimo. Dio ascolta sempre le preghiere dei cuori umili e pieni di compassione.
Preservare il Creato
Il Pontefice ringrazia anche le suore Benedettine per la speciale cura verso l’ambiente, e per l’impegno a preservare i doni della terra perché possano essere condivisi da tutti. “So che le monache e le suore Benedettine nel mondo – aggiunge Francesco - sono brave amministratici dei doni di Dio” e come donne, riescono ad apprezzare ancora di più la bellezza e l’armonia della creazione, come testimoniano anche i monasteri, “luoghi di grande bellezza”, dove le persone si recano per pregare, per trovare silenzio e contemplare le meraviglie del Creato. Poi il Papa le incoraggia a proseguire nel servizio, testimoniando sempre l’amore fraterno, la comunione nella diversità.
Comunione nella diversità
La vostra vita comunitaria testimonia l’importanza dell’amore e del rispetto reciproco. Infatti, voi provenite da luoghi ed esperienze diversi, e voi stesse siete diverse tra voi, perciò l’accoglienza vicendevole è il primo segno che date in un mondo che fatica a vivere questo valore. Siamo tutti figli di Dio e la vostra preghiera, il vostro lavoro, la vostra ospitalità, la vostra generosità, concorrono a manifestare una comunione nella diversità che esprime la speranza di Dio per il nostro mondo: un’unità fatta di pace, di accoglienza reciproca e di amore fraterno.
Voi, conclude il Santo Padre, portate “un regalo prezioso alla vita della Chiesa con la testimonianza femminile di bontà, fede e generosità”, sull’esempio della Vergine Maria:
Voi siete icone della Chiesa e della Madonna: non dimenticate quello. Icone. Chi vede voi, vede la Chiesa Madre, e la Madonna Madre di Cristo.
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