Papa: la Lituania ci insegna come “ospitare le differenze”
Alessandro Gisotti – Città del Vaticano
“Possano i tuoi figli trarre forza dal passato”. Papa Francesco cita l’inno della Lituania nel suo primo discorso nel Paese Baltico (Ascolta il servizio con le parole del Papa). Davanti al presidente Dalia Grybauskaite e ai rappresentanti istituzionali parlando nel piazzale antistante il Palazzo presidenziale, il Papa rammenta innanzitutto che la sua visita avviene nel centenario della dichiarazione dell’indipendenza. Ed evidenzia che per i lituani questi ultimi cento anni sono stati segnati “da molteplici prove e sofferenze”, “persino il martirio”. Prove, prosegue, che non hanno però piegato un popolo che “ha un’anima forte”.
La storia della Lituania è fatta di accoglienza
E’ importante “recuperare la memoria”, prosegue Francesco, per “guardare le sfide del presente e proiettarsi verso il futuro in un clima di dialogo e di unità tra tutti gli abitanti, in modo che nessuno rimanga escluso”. Il Papa centra il suo discorso proprio sul tema del dialogo e dell’accoglienza. La Lituania, afferma, ha saputo “ospitare” popoli di diverse etnie e religioni. Tutti, ribadisce, “sono vissuti insieme e in pace fino all’arrivo delle ideologie totalitarie che spezzarono la capacità di ospitare e armonizzare le differenze seminando violenza e diffidenza”.
“Ospitare le differenze”, un esempio per l’Europa
Trarre forza dal passato, ne è convinto il Papa, “significa recuperare la radice” e mantener viva “la tolleranza, l’ospitalità, il rispetto e la solidarietà”. E definisce la Lituania “terra-ponte di comunione e di speranza”:
Guardando allo scenario mondiale in cui viviamo, dove crescono le voci che seminano divisione e contrapposizione – strumentalizzando molte volte l’insicurezza e i conflitti – o che proclamano che l’unico modo possibile di garantire la sicurezza e la sussistenza di una cultura sta nel cercare di eliminare, cancellare o espellere le altre, voi lituani avete una parola originale vostra da apportare: ‘ospitare le differenze’. Per mezzo del dialogo, dell’apertura e della comprensione esse possono trasformarsi in ponte di unione tra l’oriente e l’occidente europeo.
“Questo – afferma ancora – può essere il frutto di una storia matura, che come popolo voi offrite alla comunità internazionale e in particolare all’Unione Europea”.
Puntare sui giovani per guardare con speranza al futuro
“Voi – riprende – avete patito sulla vostra pelle i tentativi di imporre un modello unico, che annullasse il diverso”, mentre i conflitti, avverte, si risolvono se si radicano “nell’attenzione concreta alle persone, specialmente alle più deboli”. In questo senso, “trarre forza dal passato significa prestare speciale attenzione ai più giovani”:
Un popolo in cui i giovani trovano spazio per crescere e lavorare, li aiuterà a sentirsi protagonisti della costruzione del tessuto sociale e comunitario. Questo renderà possibile a tutti di alzare lo sguardo con speranza verso il domani. La Lituania che essi sognano si gioca nella costante ricerca di promuovere quelle politiche che incentivino la partecipazione attiva dei più giovani nella società.
Senza dubbio, conclude il Papa, “questo sarà seme di speranza, poiché porterà ad un dinamismo nel quale l’anima di questo popolo continuerà a generare ospitalità: ospitalità verso lo straniero, ospitalità verso i giovani, verso gli anziani, verso i poveri, in definitiva, ospitalità al futuro”.
La gratitudine del presidente lituano Dalia Grybauskaite
Dal canto suo, il presidente della Lituania, Dalia Grybauskaite, ha ringraziato Francesco per la visita, “un dono bellissimo” nel centenario della “ricostituzione” del Paese. La Santa Sede, ha rammentato, “ha sempre appoggiato l’idea della Lituania libera”. Ed ha sottolineato che negli anni delle “prove più difficili”, i lituani si sono salvati “grazie alla profondità della propria fede”. Una fede, ha concluso, che oggi permette alla Lituania, e soprattutto ai giovani, di “guardare all’avvenire con grande speranza”.
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