Papa alla Fao: basta parole, servono azioni per sfamare i poveri
Roberta Gisotti - Città del Vaticano
“Un forte appello ad uscire dal torpore che spesso ci paralizza e ci inibisce”. Il cuore del messaggio rivolto da Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione, celebrata oggi a Roma nella sede della Fao. Non “una Giornata in più”, scrive Francesco rivolto al direttore generale della Fao, Josè Graziano da Silva, in cui “ci si accontenta di raccogliere informazioni o di soddisfare la nostra curiosità”, ma “occorre ‘prendere dolorosa coscienza’” – sollecita il Papa - del dramma della fame, delle “necessità” delle “ansie” e delle “speranze di milioni di persone che mancano del pane quotidiano”, “osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo” e “raddoppiare i nostri sforzi affinché a nessuno manchi il cibo necessario, in quantità e qualità.”
Aumentano gli affamati ma cala la solidarietà
E, mentre aumenta il numero ingente di esseri umani che non hanno nulla, o quasi nulla da mangiare – denuncia Francesco – “la solidarietà internazionale sembra raffreddarsi”. “I poveri aspettano da noi un aiuto efficace che li tolga dalla loro prostrazione, non solo propositi o convegni che, dopo aver studiato dettagliatamente le cause della loro miseria, abbiano come unico risultato la celebrazione di eventi solenni, impegni che non giungono mai a concretizzarsi o vistose pubblicazioni destinate ad ingrossare i cataloghi delle biblioteche”.
Passare dalle parole alle azioni
“In questo secolo XXI, – ricorda il Papa - che ha registrato notevoli passi avanti nel campo della tecnica, della scienza, delle comunicazioni e delle infrastrutture, dovremmo arrossire per non aver ottenuto gli stessi progressi in umanità e solidarietà, così da soddisfare le necessità primarie dei più svantaggiati”. “Siamo tutti chiamati ad andare oltre. Possiamo e dobbiamo fare meglio”. “Perciò occorre passare all’azione, in modo che scompaia totalmente il flagello della fame”. Servono “decisione politica e piani operativi” sostenuti dalla “convinzione etica” di volere “il bene integrale” delle persone.
Finanziare lo sviluppo e far tacere le armi
“Non saranno le solenni dichiarazioni – ammonisce Francesco - ad estirpare definitivamente questo flagello. La lotta contro la fame reclama imperiosamente un generoso finanziamento, l’abolizione delle barriere commerciali e, soprattutto, l’incremento della resilienza di fronte al cambiamento climatico, le crisi economiche e i conflitti bellici”. Un appello infine del Papa: “abbiamo bisogno di aumentare i fondi destinati a promuovere la pace e lo sviluppo dei popoli. Abbiamo bisogno di far tacere le armi e il loro pernicioso commercio per ascoltare la voce di quelli che piangono disperati nel sentirsi abbandonati ai margini della vita e del progresso”.
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