Francesco: cultura dello scarto, malattia del mondo di oggi
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Per creare un radicale cambiamento nelle nostre società è necessario rifiutare “tutte le ingiustizie che oggi cercano la loro giustificazione nella ‘cultura della scarto’- una malattia ‘pandemica’ del mondo contemporaneo”. E’ il cuore del Messaggio che Papa Francesco ha inviato per l’inizio delle sessioni di lavoro dell’VIII Forum Sociale Mondiale delle Migrazioni, in corso a Città del Messico, da oggi fino al 4 novembre. Un'opposizione, spiega il Papa, per dare voce a chi non ne ha:
Questa opposizione si propone come primo atto di giustizia, soprattutto quando riesce a dare voce al "senza voce". E tra questi ultimi ci sono migranti, rifugiati e sfollati, che vengono ignorati, sfruttati, violentati, violentati e maltrattati nel silenzio colpevole di molti.
Ma denunciare, avverte Francesco, non basta:
È necessario individuare linee guida concrete e praticabili per trovare soluzioni, chiarendo i ruoli e le responsabilità di tutti gli attori. Nel campo della migrazione, la trasformazione si nutre della resilienza (resistenza) di migranti, rifugiati e sfollati, e sfrutta le loro capacità e aspirazioni per costruire "società inclusive, giuste e solidali, capaci di restituire dignità a coloro che vivono con grande incertezza e che non possono sognare un mondo migliore" (Messaggio al Presidente Esecutivo del World Economic Forum, 23-26 gennaio 2018).
I temi del Forum
Sette gli assi tematici affrontati dal Forum e direttamente collegati alla migrazione contemporanea: diritti umani, frontiere, difesa politica, capitalismo, genere, cambiamento climatico e dinamiche transnazionali. In virtù di questa complessità, il Papa menziona l’impegno della Comunità internazionale:
(...) La comunità internazionale è impegnata nello sviluppo di due processi di consultazione e negoziazione, il cui obiettivo è l'adozione di due patti mondiali, uno per una migrazione sicura, ordinata e regolare e l'altro per i rifugiati.
20 punti d'azione per i Patti Globali
A contribuire ai processi avviati dalla Comunità internazionale, i 20 Punti d'azione per i Patti Globali preparati dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, istituito da Papa Francesco il 17 agosto 2016. Molti dei 20 punti, come spiegato dal Pontefice, si articolano intorno a quattro verbi; “coincidono con le dichiarazioni che le organizzazioni della società civile hanno sottoscritto” per “contribuire al processo avviato dalle Nazioni Unite in vista dei Global Covenants”; e con “i testi finali delle stesse Alleanze”:
I 20 Punti si articolano intorno a quattro verbi accogliere, proteggere, promuovere e integrare che sintetizzano la risposta alle "sfide poste alla comunità politica, alla società civile e alla Chiesa" (Discorso ai partecipanti al Forum Internazionale su "Migrazioni e Pace", 21 febbraio 2017) dal fenomeno migratorio di oggi.
Collaborazione e dialogo
Fondamentale per l’attuazione “delle raccomandazioni e dei suggerimenti contenuti nei Patti Mondiali”, spiega ed esorta il Pontefice, il corale coinvolgimento di tutte le parti:
Come per ogni azione di portata globale (…) il coordinamento degli "sforzi di tutti gli attori, tra i quali, si può essere certi, la Chiesa sarà sempre presente" (Discorso ai partecipanti al Forum Internazionale su "Migrazione e Pace", 21 febbraio 2017). A tal fine, spero di poter contare sulla collaborazione di tutti voi e delle organizzazioni che rappresentate in questo forum.
La collaborazione, chiarisce ulteriormente Francesco, è necessaria anche nel campo della migrazione:
(…) per migliorare gli accordi bilaterali e multilaterali nel campo della migrazione, che sono sempre più vantaggiosi per tutti: migranti, rifugiati, sfollati, sfollati, le loro famiglie, le loro comunità di origine e le società che li ospitano. Ciò può essere ottenuto solo attraverso un dialogo trasparente, sincero e costruttivo tra tutti gli attori, nel rispetto dei rispettivi ruoli e responsabilità.
L’incoraggiamento del Papa
Rivolgendosi in particolare alle organizzazioni della società civile e ai movimenti popolari, Papa Francesco conclude il suo Messaggio invocando la Vergine Maria, sotto il titolo di Nostra Signora di Guadalupe:
Vorrei cogliere l'occasione per incoraggiare le organizzazioni della società civile e i movimenti popolari a collaborare alla diffusione di massa di quei punti dei Patti Globali che mirano alla promozione umana integrale dei migranti e dei rifugiati (…) Le stesse organizzazioni e movimenti sono invitati a impegnarsi a promuovere una più equa ripartizione delle responsabilità nell'assistenza ai richiedenti asilo e ai rifugiati. E' anche strumentale per l'identificazione precoce delle vittime della tratta, facendo ogni sforzo per liberarle e riabilitarle.
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