Il Papa: La Pira, profeta moderno di speranza "al servizio del bene comune"
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Giorgio La Pira fu “un entusiasta testimone del Vangelo e un profeta dei tempi moderni” la cui azione, sempre ispirata “da un’ottica cristiana”, “era spesso in anticipo sui tempi”. E il suo esempio di servitore “del bene comune” è prezioso per i politici di oggi, tentati dalla ricerca dell’”esclusivo profitto personale o di un gruppo piuttosto che l’interesse di tutti” o dall’"eccessivo attaccamento al potere” che “sbarra di fatto il ricambio generazionale”. Papa Francesco lo ricorda incontrando duecento tra membri della Fondazione Giorgio La Pira e partecipanti al quinto convegno nazionale delle associazioni e dei gruppi intitolati all’uomo politico che, nato a Pozzallo, in Sicilia, fu sindaco di Firenze dal 1951 al 1957 e dal 1961 al 1965, e che il Pontefice ha dichiarato venerabile il 5 luglio di quest’anno. (Ascolta qui il servizio con la voce del Papa)
Servono statisti di alto spessore umano e cristiano
Dopo il saluto del presidente della Fondazione, Mario Primicerio, il Papa esordisce auspicando che l’incontro, dal titolo “Spes contra Spem”, sperare contro ogni speranza, parole di San Paolo che La Pira trasformò in un motto, possa contribuire a far crescere in Italia “l’impegno per lo sviluppo integrale delle persone”. Questo perché, prosegue Francesco, in un momento in cui la complessità “della vita politica italiana e internazionale” richiede e necessita di “fedeli laici e di statisti di alto spessore umano e cristiano per il servizio al bene comune”…
E’ importante riscoprire Giorgio La Pira, figura esemplare per la Chiesa e per il mondo contemporaneo. Egli fu un entusiasta testimone del Vangelo e un profeta dei tempi moderni; i suoi atteggiamenti erano sempre ispirati da un’ottica cristiana, mentre la sua azione era spesso in anticipo sui tempi.
Docente universitario e operatore di carità
Papa Francesco ricorda quindi l’attività di La Pira docente universitario di Istituzioni di Diritto romano a Firenze, ma anche a Siena e Pisa, alla quale affiancò la fondazione di opere caritative come la “Messa del Povero” presso San Procolo e la Conferenza di San Vincenzo “Beato Angelico”. Sottolinea poi, dal 1936, l’impegno per lo studio della patristica, nel convento di san Marco a Firenze, nella cui basilica è oggi sepolto, e la pubblicazione della rivista Principi, “in cui non mancavano critiche al fascismo”.
Sindaco con la missione di servire il bene comune
Per questo lo studioso di origini siciliane fu costretto a rifugiarsi in Vaticano, e fu ospite nell’abitazione dell’allora sostituto monsignor Montini, che, ricorda Francesco “nutriva per lui grande stima”. Eletto nel 1946 nell’assemblea costituente, “diede il suo contributo alla stesura della Costituzione della Repubblica Italiana”. Ma fu da sindaco di Firenze, sottolinea ancora il Papa che “la sua missione al servizio del bene comune trovò il suo vertice”. “La Pira – spiega - assunse una linea politica aperta alle esigenze del cattolicesimo sociale e sempre schierata dalla parte degli ultimi e delle fasce più fragili della popolazione”.
Gli storici viaggi a Mosca (1959) e ad Hanoi (1965)
Il Pontefice ricorda poi l’impegno del Venerabile “in un grande programma di promozione della pace sociale e internazionale, con l’organizzazione di convegni internazionali ‘per la pace e la civiltà cristiana’ e con vibranti appelli contro la guerra nucleare”. Per questo nell’agosto del 1959 compì “uno storico viaggio a Mosca” e nel 1965 “convocò a Firenze un simposio per la pace nel Vietnam, recandosi poi personalmente ad Hanoi, dove poté incontrare Ho Chi Min e Phan Van Dong”.
Cari amici, vi incoraggio a mantenere vivo e a diffondere il patrimonio di azione ecclesiale e sociale del Venerabile Giorgio La Pira; in particolare la sua testimonianza integrale di fede, l’amore per i poveri e gli emarginati, il lavoro per la pace, l’attuazione del messaggio sociale della Chiesa e la grande fedeltà alle indicazioni cattoliche.
Politici: attenti alle "strutture di peccato"
Sono elementi, sottolinea Papa Francesco, che “costituiscono un valido messaggio per la Chiesa e la società di oggi”. Un esempio prezioso “specialmente per quanti operano nel settore pubblico”, che sono chiamati “ad essere vigilanti verso quelle situazioni negative che San Giovanni Paolo II ha definito ‘strutture di peccato’”.
Esse sono la somma di fattori che agiscono in senso contrario alla realizzazione del bene comune e al rispetto della dignità della persona. Si cede a tali tentazioni quando, ad esempio, si ricerca l’esclusivo profitto personale o di un gruppo piuttosto che l’interesse di tutti; quando il clientelismo prevarica sulla giustizia; quando l’eccessivo attaccamento al potere sbarra di fatto il ricambio generazionale e l’accesso alle nuove leve.
La Pira e la politica: impegno di umanità e santità
E qui il Papa cita un altro motto di Giorgio La Pira: “la politica è un impegno di umanità e di santità”. Quindi, commenta “una via esigente di servizio e di responsabilità per i fedeli laici, chiamati ad animare cristianamente le realtà temporali, come insegna il Concilio Vaticano II”. Francesco conclude con l’invito a chi si ispira oggi a La Pira a far fruttificare come talenti, l’eredità del sindaco di Firenze, valorizzando “le virtù umane e cristiane che fanno parte del patrimonio ideale e spirituale del Venerabile”.
Così potrete, nei territori in cui vivete, essere operatori di pace, artefici di giustizia, testimoni di solidarietà e carità; essere fermento di valori evangelici nella società, specialmente nell’ambito della cultura e della politica; potrete rinnovare l’entusiasmo di spendersi per gli altri, donando loro gioia e speranza. Nel suo discorso, il vostro presidente per due volte ha detto la parola “primavera”:
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