Papa a Santa Marta: amministratore di Dio così è il vescovo
Benedetta Capelli - Città del Vaticano
Tratteggiare nei dettagli la figura del vescovo, definire i criteri per mettere ordine nella Chiesa. Papa Francesco prende spunto dalla Lettera di san Paolo apostolo a Tito per ricordare che un vescovo non è un principe, né deve essere arrogante, collerico, dedito ai vizi, non affarista perché, uno solo di questi difetti, sarebbe una calamità per la Chiesa. Mite e umile: così è l’uomo che serve Dio.
Mai la Chiesa è nata tutta ordinata, tutto a posto, senza problemi, senza confusione, mai. Sempre è nata così. E questa confusione, questo disordine, va sistemato… La definizione che dà del vescovo è un “amministratore di Dio”, non dei beni, del potere, delle cordate, no: di Dio. Sempre deve correggere se stesso e domandarsi: “Io sono amministratore di Dio o sono un affarista?”. Il vescovo è amministratore di Dio. Deve essere irreprensibile: questa parola è la stessa che Dio ha chiesto ad Abramo: “Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”. È parola fondante, di un capo.
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