Papa Francesco: il “rischio della libertà” è il grande dono di Dio
Michele Raviart - Città del Vaticano
Il “rischio della libertà” è “ciò che sostiene da sempre il cammino degli uomini, delle donne, della società e delle civiltà”. È “il grande dono di Dio alla sua creatura”, anche se “non poche volte”, “ha assunto forme deviate, generando guerre, ingiustizie, violazioni dei diritti umani”. Con queste parole, contenute in un videomessaggio (guarda la versione integrale), Papa Francesco ha inaugurato l’ottava edizione del Festival della Dottrina Sociale delle Chiesa, inaugurato oggi a Verona e in corso fino al 25 novembre.
E' necessario mettersi in gioco
Come cristiani, fedeli al Vangelo e consapevoli della responsabilità che abbiamo verso tutti i nostri fratelli, siamo chiamati a essere attenti e vigilanti perché "il rischio della libertà" non perda il suo significato più alto e impegnativo. Rischiare, infatti, significa mettersi in gioco. Ed è questa la nostra prima chiamata. Tutti insieme dobbiamo impegnarci per eliminare ciò che priva gli uomini e le donne del tesoro della libertà. E, nello stesso tempo, ritrovare il sapore di quella libertà che sa custodire la "casa comune" che Dio ci ha dato.
La cultura dello scarto
Tre, spiega il Papa, le situazioni in cui “gli uomini e le donne non possono mettere a frutto la propria libertà, non possono rischiarla”. Innanzitutto l’indigenza “procurata da grandi ingiustizie, che continuano ad essere perpetrate in tutto il mondo, anche nelle nostre città”. Con la cultura dello scarto e l’esclusione dalla società, uomini e donne rischiano infatti di essere ridotti ad un “avanzo”: “non solo sperimentano su di loro i frutti cattivi della libertà altrui, ma vengono defraudati della possibilità stessa di ‘rischiare’ la propria libertà per se stessi, per la propria famiglia, per una vita buona, giusta e dignitosa”.
I rischi della tecnologia
Il “dominio della tecnologia”, poi, “quando non è accompagnato da un adeguato sviluppo della responsabilità dei valori e della conoscenza”, influisce negativamente sull’esperienza della libertà, ritorcendosi, come ricordava già san Paolo VI, contro l’uomo. “Si perde così - ribadisce Papa Francesco - il senso del limite con la conseguenza di non vedere le sfide epocali che abbiamo davanti. L’assolutizzazione della tecnica può ritorcersi contro l’uomo.
L’uomo ridotto a consumatore
La terza situazione negativa è rappresentata “dalla riduzione dell’uomo a mero consumatore”. In questo caso “la libertà da ‘rischiare’ rimane solo un’illusione”. Come già affermato nella Laudato sì in base a questa concezione, sono liberi sono quelli che hanno capacità di consumare, mentre quelli che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario. “Questa non è libertà”, afferma il Papa, “è schiavitù”, un’esperienza quotidiana segnata “dalla rassegnazione, dalla sfiducia, dalla paura, dalla chiusura”.
Il desiderio di “rischiare”
Eppure, come sarà ricordato dalle testimonianze di riscatto dall’usura e dalla prostituzione che saranno portate al Festival, “mai viene meno in ognuno di noi il desiderio di ‘rischiare’ la propria libertà”. Anche se alcuni hanno paura di andare controcorrente, molti, nella loro quotidianità, vivono stili di vita sobri, solidali, aperti, accoglienti. Sono loro la vera risposta alle varie schiavitù perché si muovono come persone libere. Accendono desideri sopiti, aprono orizzonti, fanno desiderare il bene. La libertà vissuta non si limita mai a gestire ciò che succede perché contiene in sé sempre qualcosa che porta oltre. La libertà non uccide mai i sogni, ma costruisce nella vita ciò che molti desiderano ma non hanno il coraggio di perseguire. Certamente essere liberi è una sfida, una sfida permanente: affascina, avvince, dà coraggio, fa sognare, crea speranza, investe sul bene, crede nel futuro. Contiene, quindi, una forza che è più forte di ogni schiavitù. Il mondo ha bisogno di persone libere!
Non aver paura di fare del bene
L’augurio del Papa è quindi quello di “essere persone libere e di non avere paura di spendervi e sporcarvi le mani per realizzare il bene e aiutare chi è nel bisogno”, ricordando che “la libertà dell’uomo scopre se stessa fino in fondo, quando comprende di essere generata e sostenuta dalla libertà amorosa del Padre, che si rivela nel Figlio nel volto della Misericordia”. “Sotto il suo sguardo compassionevole - conclude il Papa - ogni uomo può sempre riprendere il cammino del ‘rischio della libertà’.”
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