Francesco: il credente indica prospettive di speranza
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
All’Angelus di questa seconda domenica di Avvento in cui il Vangelo presenta la missione di Giovanni Battista, Papa Francesco indica “le esigenze della conversione” a cui siamo invitati:
Per preparare la via al Signore che viene siamo chiamati a bonificare gli avvallamenti prodotti dalla freddezza e dall’indifferenza, aprendoci con gli stessi sentimenti di Gesù (...) occorre abbassare tante asprezze della superbia, compiendo gesti concreti di riconciliazione con i nostri fratelli, di richiesta di perdono delle nostre colpe. Non è facile riconciliarsi.
Il senso dell'essere credenti
Essere credenti, prosegue il Pontefice, è prossimità con i fratelli per aprire, come il Battista, “prospettive di speranza” anche in “contesti esistenziali impervi segnati dalla sconfitta”.
Umili ma coraggiosi
Il Battista invitava alla conversione la gente del suo tempo con forza, con vigore e con severità. Tuttavia sapeva ascoltare, sapeva compiere gesti di tenerezza e di perdono.
E’ sulla scia della testimonianza di vita data da Giovanni che Francesco invita tutti i discepoli di Gesù di oggi ad essere “umili ma coraggiosi testimoni”:
Anche oggi, i discepoli di Gesù sono chiamati ad essere suoi umili ma coraggiosi testimoni per riaccendere la speranza, per far comprendere che, nonostante tutto, il regno di Dio continua a costruirsi giorno per giorno con la potenza dello Spirito Santo. Pensiamo come possiamo cambiare qualcosa del nostro atteggiamento.
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